Il 10 marzo 1996, in seguito a un referendum popolare, il rumantsch (in italiano, romancio o retoromancio) fu riconosciuto quarta lingua ufficiale della Svizzera, accanto a tedesco, francese e italiano, ma solo nei rapporti tra persone di lingua romancia.
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Un primo riconoscimento c’era stato il 20 febbraio 1938, ma senza che al romancio fosse attribuito il rango di lingua ufficiale; con la nuova Costituzione federale del 1999, il romancio è ora pienamente equiparato alle altre tre: in particolare, è lingua veicolare nelle scuole dei Comuni di lingua romancia.
Non si sa esattamente quale sia l’origine del romancio, probabilmente non indo-europea (addirittura, si ipotizza una parentela con l’etrusco); su una base celtica e del latino parlato, è strettamente legato al ladino dolomitico e al friulano.
In passato, il romancio era parlato in un’area molto più vasta dell’attuale: in molte regioni della Svizzera oggi di lingua tedesca, nella Valle del Reno, in Austria nel Voralberg e in parte del Tirolo, nel Liechtenstein; ma il tedesco ebbe il sopravvento, per l’assenza di un centro culturale romancio, e per il maggior prestigio di quella lingua (il romancio era definito con disprezzo “lingua dei contadini”).
Eppure, non mancano esempi letterari in romancio: tra l’altro, già nella “Svisa Antologio” (Antologia svizzera) del 1939 un’intera sezione è dedicata alle traduzioni in Esperanto di opere (in prosa e in poesia) di autori di lingua romancia.
Allego:
– un francobollo svizzero del 1999 per i “Diritti dell’infanzia”, con didascalie in tedesco, romancio, francese e italiano;
– la copertina della “Svisa Antologio”.