La parola italiana “cripta” deriva dal latino “crypta”, modellato sul greco κρύπτη (krypte), derivato a sua volta dal verbo κρύπτω (coprire, nascondere: si pensi alla parolaitaliana “criptico”).
“Cripta” è un termine dotto per indicare (in senso proprio) un locale sotterraneo, in particolare destinato a sepolture; famosa, al riguardo (ma non unica nel suo genere), è la “Cripta dei cappuccini” sotto la chiesa di S. Maria della Concezione in via Veneto a Roma (nella figura), che ospita alcune migliaia di scheletri di cappuccini, ma anche le ossa dei soldati pontifici (zuavi francesi) morti il 20 settembre 1870 in occasione della Breccia di Porta Pia.
Nel linguaggio popolare, “crypta” ha dato origine alla parola di uso comune “grotta” (del resto, le “Grotte Vaticane” sotto la Basilica di San Pietro, dove sono sepolti – tra l’altro – i Papi, non sono altro che una enorme cripta); e da “grotta” è derivato “grottesco”, cioè ridicolo, bizzarro, termine riferito in un primo tempo alle strane pitture murali rinvenute nei locali sotterranei (“Grotte”) della “Domus Aurea” di Nerone, e poi alle vivaci decorazioni (“grottesche”) che intenzionalmente imitavano quelle antiche (ad esempio, nelle “Logge di Raffaello” in Vaticano).
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Le cripte sono utilizzate, oggi, non più per le sepolture, ma per la celebrazione raccolta di S. Messe; ad esempio, negli anni 60 dello scorso secolo P. Giacinto Jacobitti celebrava ogni domenica la S. Messa in Esperanto nella cripta della chiesa romana di Cristo Re.
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“Grotta”, da sola o in parole composte, si ritrova nel nome di varie località italiane: Grottaferrata (Roma), Grottaglie (Taranto), Grottaminarda (Avellino), Grottammare (Ascoli Piceno), Grottazzolina (Ascoli Piceno), Grotte (Agrigento), Grotte di Castro (Viterbo), Grotteria (Reggio Calabria), Grottole (Matera), Grottolelle (Avellino).