In vari giorni dell’anno, in particolare il 19 settembre (festa liturgica del Santo), ha luogo a Napoli un singolare fenomeno, di cui ancora non si sono potute accertare le cause: il cosiddetto “miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro”, Vescovo di Benevento, martirizzato nel 305 nell’anfiteatro di Pozzuoli, durante la persecuzione di Diocleziano.
Propriamente non si tratta di un “miracolo”, ma di un “prodigio”: la Chiesa non ha preso mai una posizione ufficiale (anzi, recentemente Gennaro è stato “declassato” a Santo locale), anche se alle cerimonie prendono parte alti prelati; e non si tratta di un articolo di fede, per cui gli stessi cattolici non sono tenuti a credere.
Il fenomeno può essere non condiviso (sospettando un artificio, oppure l’energia di una suggestione collettiva, o ancora le particolari condizioni chimico-fisiche della cappella del Duomo di Napoli in cui sono conservate le ampolle); ma non si può ignorare, perché è penetrato profondamente nella devozione popolare, tanto che a Napoli moltissimi si chiamano Gennaro (nome praticamente sconosciuto al di fuori della Regione).
Quando (a volte capita) il sangue non si liquefa, il popolo ne trae cattivi auspici;
il bello è che il 19 settembre 2020 si il sangue si è liquefatto, e sinceramente mi sarei aspettato il contrario, nelle attuali condizioni di vita.
Una curiosità storica: il sangue si liquefece anche nel 1799, durante la Repubblica Partenopea; quando tornò l’antico regime, San Gennaro fu rimosso da Santo Patrono di Napoli, perché aveva parteggiato per i giacobini; e fu sostituito (sia pur brevemente) con Sant’Antonio da Padova.
Un ampio articolo su San Gennaro è pubblicato nella rivista in Esperanto “Espero katolika” 1980-10:
www.esperokatolika.org/ek19761980/ek1980_10.htm#7
Immagine: francobollo italiano del 2009 con San Gennaro.
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