Il 30 maggio è l’anniversario della tragica morte (nel 1431) della giovane francese (lorenese) Jeanne d’Arc (in italiano, Giovanna d’Arco) (1412-1431),
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ingiustamente bruciata viva a 19 anni per eresia e stregoneria a Rouen in Normandia (all’epoca, sotto dominio inglese), dopo che, spinta da visioni e voci interiori, indossati abiti maschili e tagliati i capelli, munita di un’armatura e di uno stendardo, e alla testa di un gruppo di armati, era riuscita a liberare dagli inglesi e dai borgognoni la città di Orléans (per questo motivo è soprannominata «la Pucelle d’Orléans» – la Pulzella di Orléans), nel corso della “Guerra dei cento anni”.
Riabilitata già nel 1456, fu proclamata Beata da Pio X nel 1909, e Santa da Benedetto XV nel 1920 (489 anni dopo la morte, un record assoluto); è particolarmente popolare in Francia, come simbolo patriottico di coraggioso combattente in difesa della Patria; ma è anche molto ammirata da un punto di vista femminista, come appare, ad esempio (malgrado l’espressione limitativa “a volte”), da questo commento pubblicato nella rivista in Esperanto “Espero katolika” 1909-57, in occasione della beatificazione:
“Mi amas Jeanne d’Arc tial, ke ŝi estas la pruvo de la egaleco de la du seksoj. Kelkafoje virinoj posedas virajn virtojn, montras la saman kuraĝon, fortecon, eĉ la saman juĝadon. Ŝi povas, tiel energie kiel viro, batali por la libereco”.
(traduzione):
“Amo Giovanna d’Arco in quanto è la prova dell’uguaglianza dei due sessi. A volte le donne possiedono virtù virili, mostrano lo stesso coraggio, la stessa forza, perfino lo stesso giudizio. È in grado di lottare per la libertà con la stessa energia di un uomo”.
Allego il francobollo vaticano del 2012 (in emissione congiunta con la Francia) per il 6° centenario della nascita della Santa.