Personaggi

Marco Tullio Cicerone

Il 3 gennaio è l’anniversario della nascita (nel 106 a. C.) dell’avvocato, oratore, scrittore, filosofo e politico romano Marcus Tullius Cicero (in italiano, Marco Tullio Cicerone)

it.wikipedia.org/wiki/Marco_Tullio_Cicerone

modello di eloquenza e di uso del latino.

Ho già parlato di lui il 3 gennaio 2018

www.bitoteko.it/esperanto-vivo/2018/01/03/marco-tullio-cicerone/ 

e il 3 gennaio 2019.

www.bitoteko.it/esperanto-vivo/2019/01/03/cicerone/

Oggi mi limito a trascrivere (nell’originale latino, e nelle traduzioni in italiano e in Esperanto) un brano dalle “Tusculane Disputationes” (Discussioni Tuscolane).

Allego l’immagine (da una foto di Franco Guerisoli Leli) dei resti dell’anfiteatro romano di Tuscolo.


Est enim quoddam genus eorum qui se philosophos appellari volunt, quorum dicuntur esse Latini sane multi libri; quos non contemno equidem, quippe quos numquam legerim; sed quia profitentur ipsi illi qui eos scribunt se neque distincte neque distribute neque eleganter neque ornate scribere, lectionem sine ulla delectatione neglego. Quid enim dicant et quid sentiant ii qui sunt ab ea disciplina, nemo ne mediocriter quidem doctus ignorat. Quam ob rem, quoniam quem ad modum dicant ipsi non laborant, cur legendi sint nisi ipsi inter se qui idem sentiunt, non intellego.

Marcus Tullius Cicero, “Tusculanae Disputationes”, Liber II, 7

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C’è infatti una certa categoria di persone che vogliono farsi chiamare filosofi, di cui si dice che ci siano molti libri in latino, che certo non disprezzo, dato che non li leggerei mai; ma poiché quegli stessi che li scrivono confessano di non scrivere né con precisione, né con ordine, né con eleganza, né con bello stile, non mi curo di una lettura senza alcun diletto. Che cosa dicano e che cosa sentano coloro che seguono questa disciplina, nessuno lo ignora, sia pure mediocremente istruito. Per cui, visto che loro stessi non si preoccupano della maniera di esprimersi, non capisco perché debbano essere letti, se non da coloro che la pensano allo stesso modo.

Marcus Tullius Cicero (Marco Tullio Cicerone),

“Tusculane Disputationes” (Discussioni Tuscolane) II,7,

trad. Antonio De Salvo

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Ekzistas ankaŭ certa homspeco, kiu prefere nomiĝas filozofoj; laŭdire ekzistas relative multaj el iliaj verkoj en la Latina; ilin mi ja ne malŝatas, ĉar neniam mi ilin legus; sed ĉar ili mem kiuj verkas, asertas ke ili verkas nek nuancite nek ordeme nek elegante nek belstile, tial mi neglektas tiun legaĵon sen ajna ĝuigo. Kion ili diras, kion ili opinias, kiuj apartenas al tiu fako, ja scias ĉiu mezklera persono, tial do, ĉar ili mem ne zorgas, kiamaniere ili vortigu ion, mi ne komprenas, kial ili estus legindaj – krom inter si, ĉar ili ja opinias ĉiam la samon.

Marcus Tullius Cicero (Marko Tullo Cicerono),

“Tusculane Disputationes” (Diskutadoj Tuskulaj) II,7,

Trad. Gerrit Berveling, “Antologio latina” I, p. 125 – Fonto, Chapecó, 1998

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