Il 18 settembre è l’anniversario della nascita (nel 1765) dell’italiano (veneto) Bartolomeo Alberto Cappellari (1765-1846), Papa dal 2 febbraio 1831 all’1 giugno 1846 con il nome di Gregorio XVI.
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È ricordato per queste cose:
– governò in modo autoritario e reazionario, causando numerose rivolte popolari, represse con l’aiuto delle truppe austriache;
– fondò in Vaticano il Museo Etrusco Gregoriano;
– generoso mecenate, protesse uomini di cultura quali Angelo Mai e Giuseppe Mezzofanti, dei quali parlerò in altra occasione;
– fu il primo Papa ritratto in un dagherrotipo.
Non è vero, invece, che avrebbe affermato (in francese) “Chemin de fer, chemin d’enfer” (La ferrovia è la strada per l’inferno); infatti, istituì una commissione per verificare la possibilità di costruire una linea ferroviaria, ma dovette rinunciare, perché mancavano i fondi necessari, il ferro, il carbone e le conoscenze tecnologiche (insomma, mancava tutto), e per avere una linea ferroviaria nel Regno Pontificio bisognò attendere il 7 luglio 1856, con il successore Papa Pio IX.
Molti sonetti del poeta romanesco Giuseppe Gioachino Belli (1791-1863)
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si riferiscono agli anni del suo pontificato; ne trascrivo uno, in romanesco e nella traduzione in Esperanto.
Allego una moneta del quinto anno (1834) di pontificato di Gregorio XVI.
LI MIRACOLI DE LI QUADRINI
Chi ha quadrini è una cima de dottore,
senza manco sapé scrive né lègge:
pò sparà indove vò ròtti e scorregge;
e gnisuno da lui sente er rimore.
Pò avé in culo li giudici, la légge,
l’occhio der monno, la vertù, e l’onore:
po fà magaraddio, lo sgrassatore,
e ‘r Governo sta zitto e lo protegge.
Pò ingravidà ogni donna a-la-sicura,
perché er Papa a l’udienza der giardino (*)
je benedice poi panza e cratura.
Nun c’è soverchiaria, nun c’è ripicco,
che nun passi coll’arma der zecchino.
Viva la faccia de quann’-uno-è-ricco!
Giuseppe Gioachino Belli
(*) Papa Gregorio XVI dava udienza alle donne nei giardini vaticani.
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LA MIRAKLOJ DE LA MONO
Riĉulo estas jam pinta doktoro,
eĉ sen kapablo de skribo kaj lego:
li povas pafi ĉien per furzego,
kaj ne sentiĝas bruo nek fetoro.
Prifajfi rajtas li pri juĝ’ kaj rego,
pri publika opini’, virt’ kaj honoro:
eĉ se kason li ŝtelis de l’ trezoro,
de l’ registar’ li sidas sub la tego.
Ĉiun virinon rajtas li sen peno
gravedigi, ĉar poste en la ĝardeno*
la Papo ventron kaj infanon benos.
Ĉiu perforto, ĉiu ruz’ malhela
allasiĝas per l’ armo de l’ floreno.
La vivo de riĉul’ estas tre bela!
Giuseppe Gioachino Belli,
trad. Umberto Broccatelli
(*) Papo Gregorio la 16-a akceptis la virinojn en la vatikanaj ĝardenoj.