Il 12 settembre è l’anniversario della morte (nel 1981) del poeta e scrittore italiano (genovese) Eugenio Montale (1896-1981),
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Premio Nobel per la Letteratura nel 1975.
Ho già parlato di lui il 12 settembre 2018
e il 12 ottobre 2018.
Oggi presento (in italiano, e nella traduzione in Esperanto) una sua famosa poesia, nella quale Montale contesta l’opinione comune che l’upupa (Upupa epops)
it.wikipedia.org/wiki/Upupa_epops
sia un uccello “lugubre”.
Quella erronea comune diceria nasce da un’altra famosa poesia, “De’ Sepolcri” di Ugo Foscolo (1778-1827), di cui ho parlato il 2 novembre 2018.
Lì è scritto:
Senti raspar fra le macerie e i bronchi
la derelitta cagna ramingando
su le fosse e famelica ululando;
e uscir del teschio, ove fuggia la luna,
l’upupa, e svolazzar su per le croci
sparse per la funerea campagna
e l’immonda accusar col luttuoso
singulto i rai di che son pie le stelle
alle obbliate sepolture.
Allego il francobollo italiano del 1996, su bozzetto di Antonello Ciaburro da una foto di Ugo Mulas, per il primo centenario della nascita di Eugenio Montale.
ALL’UPUPA
Upupa, ilare uccello calunniato
dai poeti, che roti la tua cresta
sopra l’aereo stollo del pollaio
e come un finto gallo giri al vento;
nunzio primaverile, upupa, come
per te il tempo s’arresta,
non muore più il Febbraio,
come tutto di fuori si protende
al muover del tuo capo,
aligero folletto, e tu lo ignori.
Eugenio Montale
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UPUPO, GAJA BIRD’
Upupo, gaja bird’ kalumniita
de la poetoj, kiu volvas kreston
sur stang’ kokeja en aera staro
kaj kiel ventokoko blovturniĝas;
heroldo de printemp’, per vi, upupo,
havas la temp’ malkreskon
nek mortas Februaro,
ĉio eksteren sinetende foras
ĉe l’ mov’ de via kapo,
kobold’ flugema, kaj vi ĝin ignoras.
Eugenio Montale, trad. Gaudenzio Pisoni
(“Literatura Foiro” 1975-34, p. 2)