Il 14 luglio è l’anniversario della morte (nel 1998) del biologo e poeta ceco Miroslav Holub (1923-1998).
en.wikipedia.org/wiki/Miroslav_Holub
Holub – un raro esempio di simbiosi tra scienza e poesia – è più conosciuto all’estero (in particolare, nei Paesi di lingua inglese, grazie a numerose traduzioni) che in patria; in Italia, poi, è praticamente sconosciuto (non ci sono su di lui pagine di Wikipedia in italiano, come del resto non ce ne sono in ceco e in Esperanto; ed a stento sono riuscito a trovare in rete qualcosa in italiano, peraltro di seconda mano):
caponnetto-poesiaperta.blogspot.it/2012/04/miroslaw-holub-due-poesie.html
D’altra parte, la sua popolarità internazionale è attestata dal fatto che le sue opere sono state tradotte in oltre 30 lingue, compreso l’Esperanto: la rivista “Esperanto de UEA” ha pubblicato la versione (di Eduard Felix) di 4 poesie:
– nel numero 1963-12, p. 211, “Knabino en laboratorio”, “Kapo”, “Kranverŝejo”;
– nel numero 1968-1, p. 4, “Diskobolos”.
Trascrivo la poesia “Discobolus” (Discobolo/ Diskobolos), nelle versioni in Esperanto e (attraverso di essa) in italiano: una sottile satira degli impedimenti e dei favoritismi operati dai ciechi servitori di regimi dittatoriali (nella specie, quello staliniano della Cecoslovacchia), che frenano la libera esplicazione della personalità, e lasciano campo agli imbroglioni seguaci del partito al potere.
La poesia è anche una satira di un certo modo sussiegoso di taluni critici di presentare e interpretare le opere d’arte, cercando e trovando in esse dei significati e dei “messaggi” che invece non hanno.
Allego l’immagine del francobollo italiano del 1960 (su bozzetto di Tranquillo Marangoni), nella serie dedicata alle Olimpiadi di Roma, con il “Discobolo Lancellotti” (una delle numerose copie in marmo, del quinto secolo a. C., dell’originale greco in bronzo di Mirone/ Μύρων), Roma, Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo.
(segue traduzione in italiano)
DISKOBOLOS (DISKO-ĴETANTO)
Sed
antaŭ la lasta turniĝo
iu flustris en lian orelon
de post lia dorso:
– Momenton,
ankoraŭ ni tion pritraktos,
pure formale,
vi ne konas la situacion,
kamarado,
principe ni bonvenigas
vian iniciaton,
sed vi devas kompreni,
oni nepre devas insisti
je principa
interkonsentiĝo
pri ĉiu ĵeto.
Li sentis kiel
delikata sudana kano
ĉirkaŭvolvas lian pojnon,
li volis ekkrii,
sed
en la buŝo
subite li havis
dolcan vaton de la ĉielruĝo,
liaj muskoloj ŝvelis
kvazaŭ tesalia granito,
sed.
propre ne estis kialo.
– Antaŭen,
iu diris,
bonvolu fari lokon,
nun ĵetos
Demosteno.
Kaj Demosteno,
elpreninte sablograinon el sub la lango,
lerte, fingropinte
flugigis gin
en lian okulon.
– Hura, denove
unu mondrekordo,
oni kriis ĉirkaŭe,
la malespera furioza sennoma
Diskobolos
denove ĵetpretiĝis
ek el profundo de la genuoj,
sed tiam li jam estis
ŝtoniĝinta
kaj vidis nenion,
nur unu solan
gigantan sablograjnon
de horizonto ĝis horizonto.
Tiel li staris.
Kaj post la angulo jam
estis venantaj
la unuaj lernejekskursoj
gvidataj
de la plej bonaj pedagogoj,
atentigantaj ĉefe
pri tiu laboro de la ŝultroj,
pri la kuraĝa homa koro
kaj la fiera elpaŝo
en direkto
al la eterno.
Miroslav Holub, trad. Eduard Felix
(“Esperanto de UEA” 1968-1, p. 4)
°°°°°
DISCOBOLO
Ma
prima dell’ultimo giro
uno gli sussurrò all’orecchio
da dietro le spalle:
– Un attimo,
dobbiamo parlarne ancora,
per pura formalità,
non conosci la situazione,
compagno,
in via di principio
la tua iniziativa è benvenuta,
ma devi capire,
bisogna assolutamente insistere
per un accordo
di principio
su ogni lancio.
Sentì come
se una delicata canna del sud
avvolgesse il suo polso,
voleva gridare,
ma
nella bocca
ebbe all’improvviso
la dolce ovatta del crepuscolo,
i suoi muscoli si gonfiarono
quasi granito di Tessaglia,
ma
propriamente non ce n’era motivo.
– Avanti,
uno disse,
fai spazio,
adesso lancerà
Demostene.
E Demostene,
preso un granello di sabbia da sotto la lingua,
abilmente, con la punta delle dita,
glielo fece volare
nell’occhio.
– Urrah, un altro
record del mondo,
gridarono intorno,
il disperato furioso anonimo
Discobolo
di nuovo si apprestò al lancio
dal profondo delle ginocchia,
ma in quel mentre era già
impietrito
e non vide nulla,
un solo
gigantesco granello di sabbia
da un orizzonte all’altro.
Così rimase.
E dietro l’angolo già
erano in arrivo
le prime gite scolastiche
guidate
dai migliori pedagoghi,
che segnalavano soprattutto
quel lavoro delle spalle,
il coraggioso cuore dell’uomo
e il fiero avanzare
in direzione
dell’eternità.
Miroslav Holub, trad. Antonio De Salvo
(in base alla versione in Esperanto di Eduard Felix,
“Esperanto de UEA” 1968-1, p. 4)