Il 30 maggio è l’anniversario della morte (nel 1594) del poeta e combattente ungherese Bálint Balassi o Balassa (1554-1594).
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Visse in un territorio e in un periodo storico travagliato, per le contese tra nobili ungheresi transilvani (in un’epoca in cui la capitale d’Ungheria non era Budapest, ancora in mano ai turchi, ma Pressburg, in ungherese Pozsony, l’odierna Bratislava in Slovacchia), austriaci imperiali d’Asburgo e turchi; morì a soli 40 anni, per le ferite riportate combattendo contro i turchi.
Fu a lungo conosciuto soltanto come poeta di temi religiosi, finché nel 1874 fu ritrovato, in un archivio ungherese, un manoscritto (“codice di Radvánszky”) con poesie d’amore, di guerra e di argomento patriottico, che trattano un amore non ricambiato, le continue guerre contro i turchi, la triste vita dei soldati dei territori di confine, l’aspirazione all’indipendenza dalla casa d’Asburgo, le lotte tra cattolici e protestanti.
Balassi è importante, nella storia letteraria d’Ungheria, perché per primo – sia pure con un ritardo di secoli sulla poesia cavalleresca dei trovatori provenzali e tedeschi e sulla poesia petrarchesca italiana – cantò l’amore e l’eroismo in lingua ungherese popolare, mentre prima, per influsso della Chiesa cattolica e dell’ambiente tedesco, dominavano il latino e il tedesco (del resto, Balassi – uomo dalle molte sfaccettature – conosceva bene il latino, adattò uno scritto dal tedesco, e scrisse anche in turco).
Lo stile popolare si manifesta anche nell’uso da parte di Balassi di un particolare tipo di strofa, che porta il suo nome.
Elenco in fondo le poesie di Balassi tradotte in Esperanto.
Una curiosità: le prime due strofe di una sua poesia d’amore per Anna Losonczi chiamata Julia (dal titolo “Hogy Juliára talála, igy köszöne neki” – “Quando incontrò Julia la salutò così”), tradotte in Esperanto (“Renkontinte Julian, jene ŝin salutis”) da Kálmán Kalocsay, sono state riutilizzate nel 2004 quale base per un canto religioso, sempre in Esperanto, realizzato dal sacerdote tedesco Albrecht Kronenberger: è stato sufficiente, al riguardo, cambiare poche parole nel quarto verso, che nell’originale amoroso di Balassi dicono “Salute a te!”, e nell’adattamento religioso di Kronenberger (riferito a Maria) dicono “Piena di Grazia!”.
Trascrivo le due strofe: in ungherese, nella traduzione italiana, e in una doppia traduzione in Esperanto (secondo l’originale profano, e con la variante religiosa).
Allego la p. 7 di “Espero katolika” 2009-3/4, con l’immagine dell’adattamento religioso.
Ez világ sem kell mar nekem
nálad nélkül, szép szerelmem,
ki állasz most énmellettem;
egészséggel, édes lelkem!
En bús szívem vidámsága,
lelkem édes kívánsága,
te vagy minden boldogsága,
veled Isten áldomása.
Bálint Balassi
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Di questo mondo non ho più bisogno
senza di te, amor mio,
che adesso mi sei accanto;
salute a te, anima cara!
Delizia del mio cuore sconsolato,
dello spirito mio dolce vaghezza,
ogni gioia tu sei,
e sei benedizione del Signore.
Bálint Balassi, trad. Carlo Camilli/ Armando Nuzzo
(“Canzoni per Julia”, p. 24-25)
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Mondo estas sen valoro
sen vi, mia bela floro,
jen vi staras nun ĉe l’ koro:
sanu, brilu, ho trezoro! (Kronenberger: Gracoplena! Ho trezoro!)
Ho, vi, ĝoj’ de ’ kor’ ĉagrena,
vi, sopiro dolĉoplena,
vi, feliĉo plej serena,
sur vi Dia mano bena.
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Poeziaĵoj de Bálint Balassi tradukitaj al Esperanto
Poesie di Bálint Balassi tradotte in Esperanto
– Mondo estas sen valoro, trad. Kálmán Kalocsay; “Hungara antologio”
– In laudem confiniorum (Por la laŭdo de limoj), trad. Kálmán Kalocsay; “Hungara antologio”;(“Eterna bukedo”, Budapest 1931, p. 99; “Tutmonda sonoro”; Budapest 1981, p. 338)
www.egalite.hu/kalocsay/tutmonda/in%20laudem%20confiniorum.htm
– Por vintrinkantoj, trad. Kálmán Kalocsay; “Hungara antologio”; “Eterna bukedo”, Budapest 1931, p. 101; “Tutmonda sonoro”; Budapest 1981, p. 339
www.egalite.hu/kalocsay/tutmonda/por%20vintrinkantoj.htm
– Pri la eterna daŭro de sia amo, trad. Kálmán Kalocsay; (“Eterna bukedo”, Budapest 1931, p. 102; “Tutmonda sonoro”; Budapest 1981, p. 340)
www.egalite.hu/kalocsay/tutmonda/pri%20la%20eterna%20dauro%20de%20sia%20amo.htm
– Adiaŭ al la Patrolando, trad. Kálmán Kalocsay; “Hungara antologio”
– Al gruoj, trad. Julio Varga, “Hungara antologio”
– En kiu li verkas pri la ploranta Celia, trad. Márton Fejes, “Hungara antologio”.