Il 14 maggio è l’anniversario della morte (nel 1988, a 102 anni) del politico e statista olandese Willem Drees (1886-1988),
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Primo Ministro dei Paesi Bassi dal 7 agosto 1948 al 22 dicembre 1958, affettuosamente chiamato “Vadertje Drees” (Papà Drees) perché autore di numerose riforme sociali.
Socialdemocratico, pragmaticamente concreto (di lui si cita la frase “Non tutto è possibile, e certo non tutto contemporaneamente”), è stato nel dopoguerra uno dei protagonisti della decolonizzazione, della ricostruzione e dello sviluppo economico e sociale del suo Paese, tanto che (malgrado il tempo trascorso) in un sondaggio di opinioni del 2004 fu ritenuto il terzo più grande olandese di tutti i tempi, e nel 2006 il miglior Primo Ministro del dopoguerra; la sua perdurante popolarità è attestata anche dal fatto che già in vita, nel 1986, gli fu dedicato un francobollo olandese per il primo centenario della nascita, e nel 1999, quando le Poste olandesi emisero un foglietto per commemorare gli eventi più importanti nella storia dei Paesi Bassi nel ventesimo secolo, dedicarono a Willem Drees uno dei dieci francobolli.
Willem Drees conosceva l’Esperanto e ne apprezzava gli ideali; nel 1954 tenne il discorso inaugurale del 39° Congresso Universale di Esperanto (Haarlem); nel 1957 prese parte al 39° Congresso della associazione esperantista SAT a Rotterdam; dal 1962 alla morte (1988) fu membro del Comitato d’Onore della Associazione Universale di Esperanto (Universala Esperanto-Asocio/ UEA).
Disse: “In definitiva dobbiamo avere una lingua comune per l’uso internazionale, e per quanto appaia attraente l’idea di scegliere per questo uso internazionale una delle lingue già parlate da centinaia di milioni di persone, io sono tuttavia convinto che sia preferibile una lingua neutrale, come l’Esperanto, di fronte alla quale tutte le persone stanno con uguali diritti”.
Di Drees si parla, tra l’altro, nella rivista italiana “L’Esperanto” 1963-81, p. 67, e in “Esperanto de UEA”2000-1, p. 17.
Allego il francobollo del 1999.