Il 4 maggio è l’anniversario della nascita (nel 1939) dello scrittore, giornalista e professore universitario israeliano Amos Klausner (1939-2018),
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conosciuto come Amos Oz (cambiò il suo cognome in “Oz”, che in ebraico significa “Forza”, quando per divergenze ideologiche entrò in contrasto con il padre, ed entrò in un kibbutz).
Amos nacque a Gerusalemme, dove i suoi genitori erano emigrati; il padre (che conosceva 11 lingue, tra cui l’Esperanto) veniva dalla Lituania, e la madre (morta suicida quando il figlio aveva 12 anni) dalla Polonia.
Amoz Oz scrisse (in ebraico) 38 romanzi, tradotti in 46 lingue, compreso l’Esperanto; ma fu anche un intellettuale molto rispettato, malgrado una precisa collocazione politica, e nonostante esprimesse idee non sempre condivise (ad esempio, era un sostenitore della soluzione della questione palestinese mediante la creazione di due Stati).
Una novella di Amos Oz intitolata “Esperanto” (l’ultima di otto novelle della raccolta “Tra amici”) racconta, intorno alla figura del protagonista Martino Vandenberg, del venir meno dell’atmosfera idealista che vigeva nei kibbutz nei tempi pionieristici della fine degli anni cinquanta; la sua versione in Esperanto, di Gian Piero Savio e Amri Wandel, è stata pubblicata nel 2015.
katalogo.uea.org/katalogo.php?inf=1897
Amri Wandel ha riferito che, in un incontro del 29 maggio 2015 (di cui allego una foto), Amos Oz si mostrò molto contento della pubblicazione di quella traduzione, ed espresse simpatia per l’Esperanto ed i suoi ideali; scrisse anche (in ebraico, perché non parlava Esperanto, sebbene fosse bene informato su di esso) questa dedica su un esemplarie “Ad Amri Wandel, l’uomo che ha suonato le mie parole ebraiche su un pianoforte in Esperanto, con grande emozione, gratitudine e stima”.
Un articolo su Amos Oz (con foto) è apparso su “Literatura Foiro” 2015-277, p. 228-236.