Il 27 aprile 1945 Benito Mussolini, la sua amante Claretta Petacci e numerosi gerarchi fascisti, in fuga verso la Svizzera dopo l’abbandono di Milano liberata dai partigiani,
furono arrestasti a Dongo su lago di Como; trattenuti per una notte, il giorno successivo furono fucilati a Giulino di Mezzegra; il 29, i loro cadaveri furono esposti a Milano, a piazzale Loreto.
Nelle operazioni di cattura ed esecuzione ebbe una parte importante (anche se mai pienamente chiarita) il comandante partigiano Luigi Canali, conosciuto come “Capitano Neri” (1912-1945),
it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Canali_%28partigiano%29
il quale scomparve improvvisamente nel maggio 1945, a quanto si dice ucciso dai suoi stessi compagni, perché si era opposto a che il tesoro sequestrato a Mussolini (oro, gioielli, valuta) fosse utilizzato a beneficio del partito comunista, anziché del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), composto da tutti i partiti antifascisti.
Del resto, intorno a quel “tesoro”, comunemente indicato con l’espressione «oro di Dongo» e mai ritrovato,
si sono verificate numerose morti sospette.
Come segnala Wikipedia, Luigi Canali era esperantista. Di lui parla un articolo di Aldo de’ Giorgi nella rivista “L’Esperanto” 1991-1, che lo definisce “largamente conosciuto e stimato a Como come persona estremamente seria, assolutamente onesta, simpatica e coraggiosissima”.
Allego una cartolina che riassume i fatti di Dongo.