Il 16 novembre è l’anniversario della nascita (nel 1908) dell’umorista francese Raymond Peynet (1908-1999)
it.wikipedia.org/wiki/Raymond_Peynet
famoso per aver creato, nel 1942, la coppia di fidanzatini noti come “gli Innamorati di Peynet” (Les amoureux de Peynet).
Nel 1976, Peynet realizzò una vignetta appositamente per il numero 1976-5 della rivista in Esperanto “Horizonto”, che all’epoca appariva in Spagna a cura di Inés Gastón Burillo
eo.wikipedia.org/wiki/In%C3%A9s_Gast%C3%B3n
Il disegno mostra il giovane innamorato in ginocchio che dice all’innamorata:
“Kaj tuj ni, kara mia, per Esperanto faru unu grandan rondon familian!”
(E subito, cara, per mezzo dell’Esperanto facciamo un grande cerchio familiare!).
Per capire la simpatica allusione (ed il gioco di parole sottostante), bisogna ricordare alcuni versi di quello che di fatto è l’Inno del movimento esperantista (“La Espero” – La Speranza, di Ludovico Lazzaro Zamenhof)
it.wikipedia.org/wiki/La_Espero
(ne parlerò più diffusamente in altra occasione):
Sur neŭtrala lingva fundamento,komprenante unu la alian,la popoloj faros en konsentounu grandan rondon familian.
D’una lingua comun sul fondamento
comprensibile a tutti, a niuno figlia,
i popoli, per lor consentimento,
il cerchio formeran d’una famiglia.
trad. Luciano Cattorini
(“Grammatica completa di Esperanto”, 1914)
ovvero:
Se un neutrale idioma prenderanno
come base tutti per parlare,
in perfetto accordo formeranno
un immenso cerchio familiare.
trad.Luigi Minnaja
(“La lingua internazionale Esperanto” 1970-1/2)
La vignetta fu anche riprodotta su cartolina (ne parlò Radio Roma-Esperanto nella trasmissione del 5 dicembre 1976).
Allego la copertina di “Horizonto” 1976-5.