Personaggi

Giovanni Marradi

Il 21 settembre ricorre la nascita (nel 1852) del poeta e scrittore toscano Giovanni Marradi (1852-1922).
it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Marradi
​Una sua poesia (“Caduta di foglie” – Falo de folioj) è stata tradotta in Esperanto da Luigi Minnaja per la “Itala Antologio”, ma è rimasta inedita, perché la necessità di limitare l’ampiezza del volume impedì, alla fine, di pubblicarla. La allego, in italiano e in Esperanto.
​Una curiosità di lingua italiana, che fa apprezzare la semplicità grammaticale dell’Esperanto:
​Questa poesia (parlo dell’originale) contiene la parola “pioggie”, che è una forma non corretta (dovrebbe essere “piogge”, in base alla regola secondo cui il plurale delle parole italiane in -cia e -gia si fa senza la “i” (faccia/ facce, pronuncia/ pronunce, pioggia/ piogge) quando -cia e -gia sono precedute da una consonante.
​Marradi non è il solo poeta italiano che non abbia rispettato questa regola (v. sotto); ma la cosa più strana è che Marradi e Carducci erano toscani (in teoria, quindi, “di pura lingua italiana”), e Marradi, Carducci e Pascoli erano professori universitari. Invano, tuttavia, uno scolaro potrebbe invocare questi illustri precedenti: già in latino si diceva che “Quod licet Jovi non licet bovi” (Quello che è concesso a Giove, non è concesso al bove – Kio estas permesata al Jupitero, ne estas permesata al bovo).


Ma di lontano
pace dicono al cuor le tue colline
con le nebbie sfumanti e il verde piano
ridente ne le pioggie mattutine.
​(Giosuè Carducci, Traversando la Maremma Toscana)

Sed pac’ emanas
en nebula vual’ de montetĉeno,
kiu ĉe l’ ebenaĵ’ verda lontanas
ridanta en la pluvo de l’ mateno.
​(trad. Pier Vittorio Orlandini/ Nicolino Rossi)

Ora, le nevi inerti sopra i monti,
e le squallide pioggie, e le lunghe ire
del rovaio che a notte urta le porte,
(Giovanni Pascoli, “I gattici”)

Kaj nun la neĝo sur la montoj kaŭra,
kaj la malgajaj pluvoj, la kolero
de dornarbusto bata ĉe la pordo,
(trad. Nicolino Rossi)

Autunno. Già lo sentimmo venire
nel vento d’agosto,
nelle pioggie di settembre
torrenziali e piangenti
(Vincenzo Cardarelli, “Autunno”)

Aŭtuno. Jam ni aŭdis ĝin venanta
tra l’ vento de aŭgusto,
tra l’ pluvoj de septembro
torentaj kaj plorantaj,
(trad. Gaudenzio Pisoni)

Anch’io non vado alla deriva,
intorno rulla il mondo, leggo
la mia storia come guardia di notte
le ore delle pioggie.
(Salvatore Quasimodo, “Visibile invisibile”)

Ankaŭ mi ne iras drive,
ĉirkaŭe, tamburas la mondo, mi legas
mian historion kiel nokta gardisto
legas la pluvajn horojn.
(trad. Baldur Ragnarsson)


CADUTA DI FOGLIE
Non più di trilli argute risonanze
per la montagna. In voce di lamento
geme la selva, cui rapisce il vento
le prime foglie e l’ ultime fragranze.

Quando il pallido autunno d’ improvvise
tristezze aduggia e scolorisce il mondo,
e piangono le pioggie alla campagna,
tutta l’alpestre via di fango intrise

copron le foglie, che stormìan giocondo
l’ inno dell’albe in vetta alla montagna.
E al faticoso viator, cui bagna

di pianto gli occhi una stanchezza nova,
ad ogni passo che in quel fango ei muova,
sembra di calpestar sogni e speranze.
Giovanni Marradi

FALO DE FOLIOJ
Ne plu je trilaj, ĝojoplenaj sonoj
eĥas la mont’. Kun voĉo de lamento
ĝemas l’ arbaro; ĝin prirabas vento
je l’ frua foliar’ kaj last-aromoj.

Kiam l’ aŭtuno pala per subitaj
malĝojoj je kolor’ senigas mondon,
kaj plorfalas la pluvoj ĉe l’ kamparo,
tutan montvojon kovras kot-trempitaj

folioj, kiuj ĝoje kantis l’ ondon
de himno de tagiĝ’ sur la montaro.
Kaj al vojanto, kies okulparo

plore malsekas pro laceco nova,
je ĉiu paŝo en la kot’ senmova
ŝajnas esperojn treti kaj revdonojn.

Giovanni Marradi, trad. Luigi Minnaja
(el manuskripto pretigita por la “Itala Antologio”)

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