Il 13 maggio ricorre il primo centenario delle “Apparizioni di Fatima” (Portogallo).
it.wikipedia.org/wiki/Madonna_di_F%C3%A1tima
eo.wikipedia.org/wiki/Virgulino_de_F%C3%A1tima
Sebbene la Chiesa cattolica abbia dichiarato il “carattere soprannaturale” di dette apparizioni, e malgrado la particolare devozione di alcuni Papi (Giovanni Paolo II attribuiva alla intercessione della Madonna di Fatima il fatto di essere scampato all’attentato del 13 maggio 1981), bisogna precisare che si tratta di “rivelazioni private”, che non obbligano i fedeli (cioè, non si tratta di un “dogma di fede”).
Traduco quello che Padre Battista Cadei scrisse, al riguardo, in “Espero katolika” 1985-5:
www.esperokatolika.org/ek19811985/ek1985_05.htm#5
Ai carismi straordinari appartengono le profezie, le guarigioni, le estasi, e senz’altro anche le visioni. Riguardo ad esse, ecco come deve comportarsi il cattolico: da un lato non deve cercarle come se fossero indispensabili; dall’altro non deve negarle “a priori”, perché lo Spirto Santo è libero e soffia dove vuole (cfr Gv 3,8); ma deve sottoporle al giudizio della Chiesa: si tratta del «discernimento degli spiriti», di cui il Nuovo Testamento parla ripetutamente.
Le rivelazioni private non sono obbligatorie: se io non volessi credere affatto alle apparizioni di Lourdes e di Fatima, resterei cattolico. La rivelazione è completa in Gesù Cristo (in effetti, per giudicare i carismi, la Chiesa indaga se il «messaggio» è in sintonia con il Vangelo). Ma teniamo a mente le parole di Gesù: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità» (Gv 16, 12-13): Gesù è la definitiva rivelazione del Padre, ma per la sua comprensione abbiamo bisogno dell’aiuto dello Spirito Santo (cfr 1 Cor 12,3).
Detto questo, segnalo che “Espero katolika” ha parlato più volte di Fatima (ad esempio:
www.esperokatolika.org/ek19661970/ek1967_05.htm
www.esperokatolika.org/ek19911995/ek1991_0607.htm
EK 1994-1/5, pagg. 23-27.
Per 19 anni (1960-1979), officiò a Fatima un sacerdote esperantista statunitense, P. Gabriel Pausback (è di quell’epoca la guida di Fatima in Esperanto “Ĉies Fatimo” (Fatima di tutti). Traduco la parte finale di quello che, tornato negli USA a causa dell’età avanzata, scrisse in “Espero katolika” 1980-3:
www.esperokatolika.org/ek19761980/ek1980_03.htm#11
Fatima sta cambiando, sotto l’influenza di una incredibile crescita. Gli istituti educativi, il commercio e l’industria, il turismo, ecc. hanno avuto un effetto di secolarizzazione. La vecchia generazione muore, e così Fatima perde un po’ della sua intimità con le apparizioni.
Una curiosità: esiste un misterioso legame tra il santuario mariano di Fatima ed il mondo islamico, soprattutto sciita.
Maometto ebbe 15 mogli ed un numero imprecisato di concubine, ma la sua favorita fu Khadīja; dei sette figli che ebbe da lei, sopravvisse Fāṭima al-Zahrāʾ (Fāṭima la Splendente) la quale andò in sposa al cugino del padre, Alì, e dette origine alla dinastia detta, appunto, dei “Fatimiti”. Per gli sciiti, è in essa che va cercato il successore del Profeta.
Ma, al di là delle divisioni tra sciiti e sunniti, Fatima è venerata da tutti i musulmani, i quali concordemente, dopo averne pronunciato il nome, aggiungono: «Che sopra di lei siano gli onori e il saluto di Allah!». Solo un’altra donna occupa nell’Islam un posto così importante: Màryam, Maria, la madre di Gesù.
Ebbene, è singolare che Maria abbia scelto di apparire in una sconosciuta borgata che (fin dal XII secolo, quando la località era contesa tra musulmani e cristiani) porta il nome della figlia prediletta di Maometto, segno di incontro tra le fedi.
Allego:
– i francobolli emessi dalle Poste del Portogallo nel 1967 per il 50° anniversario delle apparizioni;
– un annullo portoghese del 1974, in preparazione all’Anno Santo 1975;
– la busta di una lettera spedita dall’Iran (Paese a maggioranza musulmana sciita) alla redazione di “Espero katolika” (fortunatamente, l’indirizzo del mittente è sul retro, quindi non viene pubblicizzato). Da notare l’immagine bellicosa della donna armata (non so se la scelta del francobollo è stata casuale, oppure intenzionale: al tempo della Cortina di ferro, le corrispondenze che giungevano dai Paesi socialisti erano intenzionalmente affrancate in modo molto “comunista”, per mostrare allineamento ideologico e ingannare la censura; ne allego un curioso esempio dall’Ucraina del 1990, in cui il mittente ha applicato sul dorso ulteriori francobolli di Marx, utilizzati furbescamente come sigillo in forma di chiudilettera).