Il 17 febbraio 1848 il Re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia (quello che Giosuè Carducci, nella poesia “Piemonte”, definì giustamente “per tant’anni bestemmiato e pianto”) riconobbe la libertà di culto e i diritti civili ai Valdesi
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per secoli perseguitati, scomunicati, uccisi, ed autorizzati a risiedere, nell’ambito dei territori di casa Savoia, soltanto in una piccola zona di montagna prossima alla Svizzera (in particolare, Torre Pellice, tuttora centro principale della comunità valdese in Italia). Tra i tanti massacri va ricordato quello dei Valdesi di Calabria
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nel paese che ancora oggi si chiama “Guardia piemontese”
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e dove si parla l’occitano, a motivo dei Valdesi emigrati dal Piemonte.
Nel commemorare il felice anniversario del 1848, segnalo che, agli inizi del secolo scorso, Torre Pellice e quell’ambiente valdese furono un centro di vivace attività esperantista, principalmente grazie ad Alessandro (Jean Alexandre) Vinay (21 aprile 1851 – 2 febbraio 1935), pastore valdese, professore di latino e greco (dal 1877 al 1921) presso il Collegio valdese di Torre Pellice, bibliotecario della Biblioteca valdese, sostenitore di molte iniziative socio-culturali. Tre sue foto (a varie età) sono conservate presso l’Archivio fotografico Valdese:
Allego:
– l’immagine del francobollo emesso nel 1998 dalle Poste Italiane per il 150° anniversario della pubblicazione delle “Regie patenti” di Carlo Alberto a favore dei Valdesi, e del relativo annullo;
– la pagina 69 de “L’Esperanto” 1916-7/9, con la menzione del Prof. Vinay.