Il 18 dicembre 218 a, C. l’esercito Cartaginese, guidato da Annibale, sconfisse sul fiume Trebla (Trebbia) quello Romano comandato dal Console Tiberio Sempronio Longo.
it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_della_Trebbia
Il Console (sicuro di sé per recenti vittorie in Sicilia, geloso del collega Publio Cornelio Scipione, e desideroso di concludere la campagna prima che, con la fine dell’anno, dovesse passare ad altri il comando e la supposta gloria) improvvidamente mosse il campo per attaccare, malgrado la stanchezza delle truppe e le proibitive condizioni atmosferiche; e i Cartaginesi, con l’aiuto dei Galli loro alleati e il sostegno degli elefanti, sconfissero nel sangue i Romani infreddoliti e bagnati.
Una curiosità, che la dice lunga su come la vicenda sia vista oggi in chiave anti-romana nella zona dell’Insubria (pianura Padana): sul (probabile) luogo della battaglia, Gazzola in provincia di Piacenza, è stato eretto un monumento, che rappresenta… un elefante.
Trascrivo il sonetto “Trebbia” di José-Maria de Hérédia (1842-1905), nell’originale francese e nelle traduzioni in italiano e in Esperanto.
Rivio al mio articolo del 22 novembre 2018.
www.bitoteko.it/esperanto-vivo/2018/11/22/jose-maria-de-heredia/
Allego:
– un foglietto filatelico tunisino del 1995, celebrativo di Annibale;
– p. 180 di “Literatura Mondo” 1934-10.
LA TREBBIA
www.youtube.com/watch?v=WpxgbagJJOs&list=PLknbsMFAv73w4pbLP6aZcDd-e8_ZuF4nU&index=71&t=0s
L’aube d’un jour sinistre a blanchi les hauteurs.
Le camp s’éveille. En bas roule et gronde le fleuve
où l’escadron léger des Numides s’abreuve.
Partout sonne l’appel clair des buccinateurs.
Car malgré Scipion, les augures menteurs,
la Trebbia débordée, et qu’il vente et qu’il pleuve,
Sempronius Consul, fier de sa gloire neuve,
a fait lever la hache et marcher les licteurs.
Rougissant le ciel noir de flamboîments lugubres,
à l’horizon, brûlaient les villages Insubres;
on entendait au loin barrir un éléphant.
Et là-bas, sous le pont, adossé contre une arche,
Hannibal écoutait, pensif et triomphant,
le piétinement sourd des légions en marche.
José-Maria de Hérédia
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LA TREBBIA
L’alba di un giorno sinistro ha imbiancato le alture.
Il campo si sveglia. In basso scorre e rumoreggia il fiume
dove lo squadrone leggero dei Numidi si abbevera.
Ovunque suona il richiamo chiaro dei buccinatori.
Giacché malgrado Scipione, gli auguri menzogneri,
la Trebbia straripata, e che tirasse vento e piovesse,
il Console Sempronio, fiero della sua nuova gloria,
ha fatto innalzare la scure e marciare i littori.
Arrossando il cielo nero di lugubri fiammeggiamenti,
all’orizzonte, bruciavano i villaggi Insubri;
si udiva in lontananza barrire un elefante.
E laggiù, sotto il ponte, addossato a un arco,
Annibale ascoltava, pensoso e trionfante,
lo scalpiccio sordo delle legioni in marcia.
José-Maria de Hérédia, trad. Antonio De Salvo
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TREBBIA
Maten’ de tag’ sinistra blankigis montkolorojn.
Tendar’ vekiĝas. Sube rivero muĝe sinkas;
la skadro de movlertaj Numidoj tie trinkas.
Kun klara vok’ sonoras ĉie bukcinatoroj.
Ĉar malgraŭ Scipiono, falsaj aŭgur-esploroj,
kvankam inundis Trebbia kaj vent’ pluvnubojn vringas,
Sempronius konsulo, kiun gloramo svingas,
ordonis faskojn levi kaj marŝi al liktoroj.
Pentrante nigran ĉielon per brulo ruĝe kupra,
ĉe l’ horizont’ bruladis la vilaĝar’ Insubra;
aŭdiĝis malproksime muĝado elefanta.
Kaj tie, sub la ponto, apoge ĉe l’ arkado,
enpense, Hanibalo aŭskultis, triumfanta,
kiel plandbruas surde legioj en marŝado.
José-Maria de Hérédia, trad. Gaston Waringhien,
“Literatura Mondo” 1934-10, p. 180