Il 27 novembre è l’anniversario della morte (nell’8 a.C.) del poeta italiano di lingua latina Quintus Horatius Flaccus (65 a. C.-8 a. C.), in italiano Quinto Orazio Flacco, conosciuto come Horatius (in latino), Orazio (in italiano), Horace (in francese e inglese), Horaz (in tedesco), Horacio (in spagnolo ed Esperanto) it.wikipedia.org/wiki/Quinto_Orazio_Flacco
Già più volte ho parlato di lui, da ultimo l’8 dicembre 2019
www.bitoteko.it/esperanto-vivo/2019/12/08/orazio/
Trascrivo, in latino e nelle traduzioni in italiano e in Esperanto, alcuni versi del “Carmen Saeculare” (Carme Secolare), commissionato nel 17 a. C. dall’Imperatore Cesare Ottaviano Augusto per i “Ludi Saeculares”.
Allego uno dei francobolli italiani del 1936 per il bimillenario della nascita di Orazio.
Alme Sol, curru nitido diem qui
promis et celas aliusque et idem
nasceris, possis nihil urbe Roma
visere maius.
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Almo Sole, che sul nitido carro
dischiudi e nascondi il giorno
sempre nuovo e uguale
sorgi, possa tu non vedere
nulla maggior di Roma.
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Nutra Sun’, en ĉaro radia l’ tagon
montras vi kaj kaŝas, alia- sama
restas vi: nenion ol Urbo Roma
vidu pli gloran!
(trad. Gerrit Berveling,
Antologio latina, 2, p. 386-389
Fonto, Chapecò 1998)
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Una curiosità.
Nell’aprile 1918, ben prima dell’avvento del fascismo, il Sindaco di Roma Prospero Colonna incaricò Fausto Salvatori di scrivere un “Inno a Roma”, per celebrare le vittorie militari italiane nella prima guerra mondiale.
Il 24 maggio 2018, era pronta anche la musica, di Giacomo Puccini.
La prima esecuzione, fissata per il 21 aprile 1919 (nella tradizionale ricorrenza della fondazione di Roma), ebbe luogo invece il primo giugno 1919 allo Stadio Nazionale, perché il 21 aprile 1919 una violentissima pioggia interruppe l’esecuzione, che aveva luogo all’aperto in quella che all’epoca si chiamava “Villa Umberto”, ed oggi è “Villa Borghese”.
L’Inno è chiaramente ispirato al “Carme secolare” oraziano.
Il fascismo “si impossessò” di quell’Inno, che esaltava la romanità; veniva eseguito nelle occasioni ufficiali, e divenne popolarissimo.
Caduto il fascismo, l’Inno fu messo da parte, perché ritenuto “fascista” (ma lo sarebbe anche Orazio!). Recentemente, è stato riproposto da Andrea Bocelli.
www.youtube.com/watch?v=jVxFmPoKIgE
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INNO A ROMA
(Parole di Fausto Salvatori,
musica di Giacomo Puccini)
canta Beniamino Gigli
www.youtube.com/watch?v=mq0xa8v1A7c
Sole che sorgi libero e giocondo
sui colli nostri i tuoi cavalli doma;
tu non vedrai nessuna cosa al mondo
maggior di Roma.