Il 3 agosto è l’anniversario della morte (nel 1530) del condottiero italiano (fiorentino) Francesco Ferrucci o Ferruccio (1489-1530), a servizio della Repubblica fiorentina contro l’esercito imperiale di Carlo V.
it.wikipedia.org/wiki/Francesco_Ferrucci
Sono pronto a scommettere che pochi italiani ne conoscono il nome, sebbene sia citato come esempio di eroico patriottismo nella quarta strofa dell’Inno nazionale (Inno di Mameli), di solito non cantata:
www.bitoteko.it/esperanto-vivo/2020/07/06/goffredo-mameli/
ogn’uom di Ferruccio
ha il core e la mano.
In compenso, molti conoscono tre parole legate alle circostanze della sua morte:- “maramaldo”, persona vile che infierisce sui vinti e gli inermi;
– “maramaldeggiare”, comportarsi in modo vile;
– “maramaldesco”, che rivela viltà e desiderio di sopraffazione.
L’origine dei tre termini va ricercata nel fatto che durante la battaglia di Gavinana un soldato dell’esercito imperiale, di nome “Maramaldo”, contro ogni regola cavalleresca uccise a sangue freddo Francesco Ferrucci, prigioniero e morente, il quale sprezzantemente esclamò: “Vile, tu uccidi un uomo morto!”.
Immagine: francobollo italiano del 1930 per il quarto centenario della morte di Ferrucci.