Il 17 luglio è l’anniversario della morte (nel 1566) del frate domenicano (poi Vescovo) spagnolo Bartolomé de Las Casas (1484-1566),
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famoso per aver descritto e portato a conoscenza dell’Imperatore Carlo V le le atrocità e le rapine commesse dai “conquistadores” spagnoli a danno dei nativi americani (indios): in particolare nell’opera pubblicata nel 1542 “Brevísima relación de la destrucción de las Indias” (conosciuta in italiano come “Brevissima relatione della distruttione dell’Indie Occidentali”, tradotta in Esperanto nel 2013 da Ludoviko Serrano Pérez con il titolo “Konciza raporto pri la detruado de Indio”), difese (contro coloro che pure si definivano “cristiani”) l’umanità dei nativi e l’idea di uguaglianza insita nel cristianesimo.
Las Cassas ebbe scarsissima fortuna in campo cattolico, perché la sua denuncia fu strumentalizzata sul piano politico contro la Spagna e il Portogallo; fu invece molto apprezzato da protestanti e illuministi, e nei secoli successivi contribuì alla presa di coscienza della propria storia da parte dei Paesi americani colonizzati.
La denuncia, comunque, non rimase senza effetto, perché nel 1542-1545 Carlo V decretò l’abolizione della schiavitù nei territori spagnoli (per un atto simile nel portoghese Brasile, bisognò aspettare il 1888; ed anche Paesi protestanti hanno qualcosa da farsi perdonare, se si pensa che i Paesi Bassi abolirono la schiavitù nel 1863).
Trascrivo un brano delle traduzioni in italiano e in Esperanto della “Brevísima relación”, ed allego un francobollo vaticano del 1992 per il quinto centenario della scoperta ed evangelizzazione dell’America, con il ritratto di Bartolomé de Las Casas.
Tutte queste universe e infinite genti, di ogni genere, Dio le ha create semplici, senza malvagità né doppiezze.., E sono di costituzione tanto gracile, debole e delicata, che sopportano difficilmente i lavori faticosi…
Tra questi agnelli mansueti, entrarono gli spagnoli, non appena ebbero notizia della loro esistenza, come lupi… Altro non han fatto da quarant’anni a questa parte (e oggi ancora continuano a fare) che straziarli, ammazzarli, tribolarli, affliggerli, tormentarli e distruggerli con crudeltà straordinarie…
Bartolomé de Las Casas
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Ĉi tiuj sennombraj homoj, ege malsamaj, estas kreitaj de Dio tre simplaj, imunaj de ĉia trompo, ruzaĵo aŭ malico… Ili nature havas delikatan korpan konstitucion, nemulte harditan por penoj, tiel ke ili ne povas elteni laborojn aŭ klopodojn tro pezajn…
Inter ĉi tiujn ŝafetojn, alvenis la Hispanoj. Ekvidinte ilin, ili sin ĵetis mezen kvazaŭ rabemaj lupoj, kaj dum 40 jaroj de sia loĝado ĉe ili, nenion ili faris, krom gorĝotranĉi, teruri, turmenti, martirigi kaj ekstermi per ĉiuspecaj perfortoj….
Bartolomé de Las Casas, trad. Battista Cadei (“Espero Katolika” 2-3/1991)