Il 27 aprile è l’anniversario della nascita (nel 1912) dell’attore (soprattutto, ma non solo, comico), musicista, cantautore e ballerino Renato Ranucci, conosciuto con il nome d’arte Renato Rascel (1912-1991),
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nato “per caso” a Torino (durante una tournée della madre, ballerina classica), ma “romano di Roma” quanto a famiglia.
Il nome d’arte Rascel è la trascrizione fonetica del nome “Rachel” di una marca di cipria francese; quando in Italia furono proibite le parole straniere, quel nome fu cambiato d’autorità in “Rascele”.
Renato Rascel, basso e mingherlino, riuscì a trasformare questi “difetti fisici” in un segno distintivo basato sull’autoironia, inventando in particolare il personaggio del “piccolo corazziere” (parodia dei militi corazzati guardie del Presidente della Repubblica, per i quali è richiesta un’altezza di almeno 190 centimetri e una costituzione armoniosa),
e di un Napoleone timido e impacciato.
Rascel è famoso per una originale forma di comicità, basata su battute in apparenza prive di senso, ma che invece nascondevano un profondo significato; ad esempio, ebbe noie con la censura quando, nel 1939, scrisse una surreale filastrocca, che diceva:
È arrivata la bufera
è arrivato il temporale
chi sta bene e chi sta male
e chi sta come gli par,
in cui il pubblico colse subito l’allusione allo scoppio della seconda guerra mondiale ed alla (purtroppo temporanea) neutralità dell’Italia.
La notorietà internazionale di Renato Rascel giunse nel 1957 con la canzone “Arrivederci Roma”, della quale ho parlato, da ultimo, l’1 febbraio 2020.
Trascrivo, in italiano e nella traduzione in Esperanto, la canzone “Romantica”, ed allego un francobollo del 2005 della Repubblica di San Marino in onore di Renato Rascel, con il personaggio del “piccolo corazziere”.
ROMANTICA
(Parole di Dino Verde, musica di Renato Rascel)
Tu sei romantica, tu sei romantica,
amarti è un po’ rivivere.
Bambina bruna,
sono l’ultimo romantico che canta per la luna.
Bambina bella,
sono l’ultimo poeta che si ispira ad una stella.
Bambina mia,
sono l’ultimo inguaribile malato di poesia,
e voglio bene a te
perché sei come me – romantica.
Tu sei romantica, amarti è un po’ rivivere
nella semplicità, nell’irrealtà di un’altra età.
Tu sei romantica, amica delle nuvole
che cercano lassù un po’ di sol come fai tu.
Tu sei la musica che ispira l’anima
sei tu il mio angolo di paradiso, quaggiù,
ed io che accanto a te, son ritornato a vivere
a te racconterò, affiderò i sogni miei
perché romantica tu sei.
Tu sei la musica che ispira l’anima
Sei tu il mio angolo di paradiso, quaggiù,
ed io che accanto a te son ritornato a vivere
a te racconterò, affiderò i sogni miei
perché romantica, perché romantica
perché romantica tu sei.
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ROMANTICA
Vortoj de Dino Verde, muziko de Renato Rascel
trad. Luigi Minnaja
www.cinquantini.it/esperant/kantoj/sanremo.html#ROMANTICA
Knabino bruna,
jen mi lasta romantika vir’ kantanta por la luno…
Knabino bela,
jen mi lasta menestrelo inspiranta sin al stelo…
Knabino mia,
jen mi lasta senespera malsanul’ je poezio;
mi amas ege vin
ĉar vi similas min!
“Romantica”…
Ho vi “romantica”,
vin ami estas vivi kun
la simpla ideal’ en nereal’ de praera’…
Ho vi “romantica”,
amika estas de la nub’
celanta super ni al sunolum’,
samkiel vi…
Muziko, dolĉa rav’, inspira de l’ anim’,
vi estas tie ĉi terparadizo por mi…
kaj reveninte nun por ree vivi apud vi,
al vi rakontos mi, konfidos mi pri mia rev’,
al vi “romantica” en ver’!