Il 22 marzo è l’anniversario della morte (nel 1832) dello scrittore, poeta e drammaturgo tedesco Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832)
it.wikipedia.org/wiki/Johann_Wolfgang_von_Goethe
Ho già parlato di lui il 22 marzo 2017,
www.bitoteko.it/esperanto-vivo/2017/03/22/goethe/
il 14 agosto 2017,
www.bitoteko.it/esperanto-vivo/2017/08/14/corte-dei-conti/
il 22 marzo 2019
www.bitoteko.it/esperanto-vivo/2019/03/22/goethe-2/
e il 28 agosto 2019.
www.bitoteko.it/esperanto-vivo/2019/08/28/johann-wolfgang-von-goethe/
Trascrivo la poesia “Abendlied”, nell’originale tedesco, e nelle traduzioni in italiano (Canzone della sera) e in Esperanto (Vesperkanto de l’ migranto).
Allego l’immagine del monumento marmoreo a Goethe a Roma, all’interno di Villa Borghese, realizzato a Berlino dallo scultore italiano Valentino Casali, su modelli predisposti dallo scultore tedesco Gustav Eberlein.
Il monumento fu donato nel 1904 dall’Imperatore tedesco Wilhelm II (Guglielmo II), in ricordo dell’amore di Goethe per Roma e l’Italia, e in segno di gratitudine per l’ospitalità ricevuta dal poeta a Roma. Il luogo (l’attuale Villa Borghese) fu scelto perché proprio lì Goethe scrisse le “Elegie Romane” e “Ifigenia”.
ABENDLIED
Über allen Gipfeln
ist Ruh,
in allen Wipfeln
spürest du
kaum einen Hauch;
die Vögelein schweigen im Walde.
warte nur, balde
ruhest du auch.
Johann Wolfgang von Goethe
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CANZONE DELLA SERA
Su tutte le vette
c’è pace,
in tutte le cime degli alberi
avverti
appena un alito di vento;
gli uccellini tacciono nel bosco.
Aspetta soltanto, presto
riposerai anche tu.
Johann Wolfgang von Goethe, trad. Antonio De Salvo
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VESPERKANTO DE L’ MIGRANTO
Super pintoj pendas
silent’.
Vi apenaŭ sentas
spiron de vent’
sur arbfoli’.
L’ arbar’ ne resonas jam trilon.
Baldaŭ – trankvilon! –
kuŝos ankaŭ vi.
Johann Wolfgang von Goethe, trad. Kálmán Kalocsay
(“Eterna bukedo”, Literatura Mondo, Budapest, 1931, p. 126;
“Tutmonda sonoro”, HEF, Budapest, 1981, 2, p. 374)