Il 13 marzo è l’anniversario della nascita (nel 1960) del cantautore, scrittore e regista italiano (emiliano) Luciano Riccardo Ligabue, conosciuto con il solo cognome Ligabue,
it.wikipedia.org/wiki/Luciano_Ligabue
uno dei più popolari cantanti rock italiani (per lungo tempo ha detenuto il record di spettatori paganti in un concerto, prima che fosse superato da Vasco Rossi).
Il 28 maggio 2004, l’Università di Teramo gli ha conferito la laurea “honoris causa” in “Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo”, con una motivazione che, tra l’altro, afferma:
«Cantante rock ma anche regista e scrittore. Autore impegnato in una ricerca personale, condotta al di fuori dei binari delle scuole, delle strade battute, dei luoghi comuni, e che ha come riferimento la comprensione del mondo contemporaneo interpretato attraverso un’originale, inconfondibile cifra espressiva… È in ragione di questa attenzione alla realtà che Luciano Ligabue ha saputo intercettare e reinterpretare i bisogni, i linguaggi, i sogni delle generazioni più giovani, che hanno trovato nel suo discorso artistico non una facile ricetta adesiva alle istanze più diverse e discutibili del grande circo mediatico, ma una chiave critica attraverso cui leggere un oggi spesso opaco e sfuggente. Accade così con Ligabue un felice incontro tra cultura e popolarità, nel segno di una straordinaria capacità di reinventare i modi della comunicazione».
Tre canzoni di Ligabue sono state tradotte in Esperanto: “Figlio d’un cane”, “Sogni di rock ‘n’ roll” e “Marlon Brando è sempre lui”; trascrivo il testo di “Marlon Brando è sempre lui”, in italiano e in Esperanto.
Ci si è domandati quale sia il significato di questa canzone, che non appare con immediatezza; lo ha “spiegato” lo stesso Ligabue: “Questo è un brano nato come un pezzo demenziale. Poi si è evoluto, con un testo naif, ma non mi dispiace. L’arrangiamento, invece, è troppo grezzo, e l’esecuzione è proprio brutta. Penso che da un punto di vista della realizzazione questo sia uno dei pezzi peggio riusciti, anche se alla gente è piaciuto decisamente”.
Allego un ritratto di Luciano Ligabue.
MARLON BRANDO È SEMPRE LUI
(Luciano Ligabue)
www.youtube.com/watch?v=NhiR-nrOIEM
Lui aveva un vecchio maggiolone cabriolet
sfatto ma piaceva tanto a lei,
arrivò e col clacson disse “Sto aspettando te”,
lei scese profumata più che mai,
fecero due conti in tasca e videro che
non ci si ballava neanche un po’.
Lei gli disse “Questa sera voglio far l’amore,
prima però portami a sognare”.
Un fascio di luce va dal proiettore
per un sogno da duemila lire.
Porti addosso qualche segno,
proverò a tirarteli via,
posso solo questo sogno,
scusa per la mia fantasia.
Giù in platea sedie di legno,
gole secche per la sete d’eroi,
e Marlon Brando è sempre lui,
Marlon Brando è sempre lui.
Un po’ più avanti con negli occhi
ancora tanto film,
Terry Malloy infine, vince lui,
lui le dice “Vedi in fondo siamo sempre
qui e non è obbligatorio essere eroi”.
Un fascio di luce va dal maggiolone,
carrellata per il lieto fine.
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MARLON BRANDO, ĈIAM LI
(Luciano Ligabue, trad. Giuseppe Castelli)
www.cinquantini.it/esperant/kantoj/ligabue.html#MARLON%20BRANDO,%20CXIAM%20LI
Havis li malnovan majskarabon, sen tegment’,
aĉan, sed al ŝi ĝi plaĉis tre.
Li alvenis kaj li hupis “Mi atendas vin”:
ŝi subeniris kaj parfumis plej.
Ili vesperplanis kaj buĝetis pri l’ financ’,
sed ne eblis iom ajn da danc’.
Do ŝi diris: “Ĉi-vespere volas mi amumi,
sed antaŭe portu min revemi”.
Ĵetiĝas la lumo de l’ projekciilo
kaj jen revo, rev’ de lir-kelkmilo…
Vi surhavas kelkajn signojn,
mi klopodos ilin forpreni;
mi kapablas tiajn revojn,
ĉu vi min kapablos pardoni?
Sur kinej-seĝar’ el ligno,
sekaj gorĝoj pro l’ heroa soif’,
kaj Marlon Brando, ĉiam li.
Iom poste, kun en la okuloj multa film’
(Terry Malloy fine, venkas li),
Diras li: ni ĉiam estas tie ĉi, kaj do?
ne nepre estas dev’ esti hero’.
Ĵetiĝas la lumo de l’ aŭtomobilo:
rulumado por la gaja fino…
Vi surhavas kelkajn signojn…