Luoghi

Capri-Grotta azzurra

Quasi 200 anni fa, nel 1826, il poeta e pittore August Kopisch (1799-1853),

it.wikipedia.org/wiki/August_Kopisch 

prussiano di Breslau/ Breslavia (oggi, Wroclaw in Polonia), scoprì alla base dell’isola di Capri, di fronte a Napoli, una grotta naturale, che chiamò “Grotta Azzurra” per il particolare colore della luce che domina in essa.

it.wikipedia.org/wiki/Grotta_Azzurra 

Non deve meravigliare che la scoperta sia stata fatta da uno “straniero”: Kopisch era talmente integrato nella realtà napoletana che nel 1838 tradusse in tedesco la canzone tradizionale “O guarracino”, oltre tutto lunga e complessa (con i nomi in dialetto napoletano di decine di pesci e altri abitanti del mare. Una curiosità: la traduzione in tedesco è oggi utilizzata per capire alcune parole napoletane, nel frattempo divenute arcaiche).

www.bitoteko.it/esperanto-vivo/2018/07/29/lo-guarracino/ 

Sulla “Grotta Azzurra”, trascrivo (con traduzione in italiano) parte di un articolo mandato in onda il 18 gennaio 1976 dalla Radiotelevisione Italiana-RAI (Radio Roma-Esperanto), nel quadro delle trasmissioni per l’estero. 

Allego un’immagine della “Grotta Azzurra”, da una vecchia cartolina.


(Segue traduzione in italiano)

RADIO ROMA – ESPERANTO, 18.1.1976

LA BLUA GROTO DE CAPRI

Tekstoj de Velia Corsini kaj Elisabetta Raus, kunmetitaj kaj tradukitaj de Antonio De Salvo

Unu el la la plej ravaj demandoj de arkeologio koncernas, de jarcentoj, ĉu la antikvaj romanoj konis la “Bluan Groton” de Capri. 

Nun oni retrovis, fotografis kaj priskribis la restaĵojn de impona nimfejo de la romia epoko, kiu en momento nekonata dronis subakven. La “Blua Groto” de Capri, do, estis parto de antikva vilao de la epoko de Imperiestro Tiberio. 

La “Blua Groto”de Capri estas vizitata ĉiujare de centmiloj da turistoj, kiuj eniras en ĝin triope, sur boatoj; en la interno de la groto, blua lumo igas mirindaj la maron kaj la rokon; kaj, se oni ĵetas ion en la akvon, la objekto, dronante, ŝajnas el arĝento.

La fiŝistoj rakontas, de jarcentoj, terurajn legendojn pri la “Blua Groto”, pri antikvaj festenoj kaj demonoj; nun oni esperas malkovri la devenon de tiaj legendoj, kaj certiĝi, ĉu vere la Imperiestro Tiberio transformis la Groton al Templo dediĉita al la Nimfoj.

Ankaŭ alia detalo estos esplorata: ĉu, en la imperiestra epoko, la “Blua Groto” posedis la saman lumo-ĉarmon de hodiaŭ, aŭ ĉu la tiamaj kondiĉoj estis aliaj.

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(traduzione)

RADIO ROMA – ESPERANTO, 18.1.1976

Velia Corsini, Elisabetta Raus: LA GROTTA AZZURRA DI CAPRI

Una delle domande più affascinanti dell’archeologia riguarda, da secoli, se gli antichi romani conoscevano la “Grotta Azzurra” di Capri. 

Ora si sono ritrovati, fotografati e descritti i resti di un imponente ninfeo dell’epoca romana, che in un momento sconosciuto finì sott’acqua. La Grotta Azzurra di Capri, dunque, faceva parte di un’antica villa dell’epoca dell’Imperatore Tiberio. 

La “Grotta Azzurra” di Capri è visitata ogni anno da centinaia di migliaia di turisti, che vi entrano a tre per volta, in barca; all’interno della grotta, una luce azzurra rende mirabili il mare e la roccia; e, se si getta qualcosa in acqua, l’oggetto, andando a fondo, sembra d’argento.

I pescatori raccontano, da secoli, leggende terrificanti sulla “Grotta Azzurra”, di antichi festini e demoni; ora si spera di scoprire l’origine di quelle leggende, e accertare se davvero l’Imperatore Tiberio trasformò la Grotta in un Tempio dedicato alle Ninfe.

Si esplora anche un altro particolare: se, all’epoca imperiale, la “Grotta Azzurra” aveva lo stesso fascino luminoso di oggi, o se invece le condizioni di luce di allora erano diverse.

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