Il 10 febbraio è l’anniversario della morte (nel 1829) di Annibale Sermattei della Genga (1760-1829), Papa con il nome di Leone XII dal 1823 al 1829.
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Si dice che la sua elezione sia stata favorita dal fatto che era ritenuto di salute cagionevole, per cui si sperava un pontificato breve; invece regnò più di 5 anni, durante i quali ebbe iniziative di tutto rilievo, nel bene e nel male:
– contrastò duramente la società segreta patriottica della “Carboneria” (durante il Giubileo del 1825 furono ghigliottinati in piazza del Popolo i carbonari Angelo Targhini e Leonida Montanari);
– rinchiuse di nuovo gli ebrei nei ghetti;
– riorganizzò il sistema scolastico, potenziando le Università e favorendo l’istruzione scientifica;
– rivide l’Indice dei libri proibiti, permettendo la libera circolazione delle opere di Galileo Galilei;
– abolì l’obbligo della vaccinazione antivaiolosa, rendendola facoltativa, poiché la popolazione la riteneva pericolosa (niente di nuovo sotto il sole!); la conseguenza fu che le successive epidemie del 1828 e del 1835 causarono centinaia di morti. Bisogna dire, però, che in Inghilterra la vaccinazione contro il vaiolo divenne obbligatoria nel 1853, e nel Regno di Sardegna solo nel 1859.
Nella storia della letteratura italiana, Leone XII è importante perché molti dei Sonetti romaneschi del poeta Giuseppe Gioachino Belli (1791-1863) si riferiscono al periodo del suo pontificato.
Trascrivo, in romanesco e nella traduzione in Esperanto, un sonetto composto (nel 1831) in ricordo del funerale di Leone XII, ed allego un francobollo vaticano del 2000, nella serie che ricorda i Papi dei Giubilei.
281. ER MORTORIO
DE LEONE DUODECIMOSICONNO (*)
Jerzera (1) er Papa morto c’è passato
propi’avanti, ar cantone de Pasquino. (2)
Tritticanno (3) la testa sur cuscino
pareva un angeletto appennicato. (4)
Vienivano le tromme (5) cor zordino, (6)
poi li tammurri a tammurro scordato: (7)
poi le mule cor letto a bardacchino
e le chiave e ‘r trerregno (8) der papato.
Preti, frati, cannoni de strapazzo,
palafreggneri (9) co le torce accese,
eppoi ste guardie nobbile (10) der cazzo.
Cominciorno (11) a intoccà (12) tutte le chiese
appena uscito er Morto da palazzo.
Che gran belle funzione a sto paese!
Giuseppe Gioachino Belli
Note
(*) Il funerale di Leone XII
1. Ieri sera. 2. All’angolo dove c’è la statua di Pasquino. 3. Tremolando. 4. Leggermente addormentato. 5. Trombe. 6. Sordina. 7. Tamburi a suono lento. 8. Triregno. 9. Palafrenieri. 10. Nobili, 11. Incominciarono. 12. Suonare le campane a morto.
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LA FUNEBRAĴOJ
DE LEONO LA DEKDUA
Mortinta pasis ĉi la Patro Sankta
ĝuste antaŭ l’ angulo de Paskveno.
Dum tremetis la kapo sur kuseno,
li ŝajnis anĝelet’ ekdormetanta.
De l’ dampitaj trumpetoj jen la veno,
poste tamburoj kun sonoro lanta:
kaj mulinoj kun lit’ je baldakeno,
ŝlosiloj papaj kaj tiaro blanka.
Pastroj, monakoj, kanonoj sur la placo,
stalistoj venas kun la torĉobrilo
kaj gvardianoj kun nobelgrimaco.
Tuj eksonoris ĉiu sonorilo
post elir’ de l’ Mortinto de l’ palaco.
Niaj solenoj estas sen similo!
Giuseppe Gioachino Belli,
trad. Umberto Broccatelli (6.4.2005)