Il 17 luglio è l’anniversario della nascita (nel 1932) del fumettista argentino di origine spagnola Joaquín Salvador Lavado Tejón, conosciuto in tutto il mondo come Quino.
it.wikipedia.org/wiki/Quino
Ho già parlato di lui il 17 luglio 2017.
Quino è famoso soprattutto per aver creato il personaggio di Mafalda, una bambina piccola di età ma grande di sentimenti, ingenuamente saggia, terribile ma amabile contestatrice; il valore dei suoi ragionamenti è dimostrato, oltre che dalla diffusione mondiale delle sue strisce, dal fatto che il primo libro interamente dedicato a lei pubblicato in Italia (1969) reca la prefazione di Umberto Eco, che trascrivo nelle parti essenziali.
È da menzionare che il Consiglio comunale di Buenos Aires ha dichiarato Mafalda «personaggio di interesse educativo»: la raccolta completa delle sue vicende deve essere presente nelle biblioteche delle scuole elementari di quella città, affinché i bimbi possano leggerle e riflettere sui valori basilari che trasmettono: importanza della famiglia, difesa dei diritti dell’infanzia, salvaguardia dell’ambiente e perseguimento della pace.
Nella sezione in Esperanto di questo articolo trascrivo alcuni brani pubblicati nel numero 2015-273, p. 45, della rivista “Literatura Foiro”.
Una curiosità: Mafalda è vissuta soltanto nove anni, dal 1964 al 1973, perché in seguito Quino non l’ha più disegnata (con una sola eccezione).
Allego le immagini di due francobolli uruguaiani del 2014.
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Mafalda non è soltanto un nuovo personaggio del fumetto: è forse è il personaggio degli anni Settanta. Se si è usato, per definirlo, l’aggettivo di “contestataria”, non è per uniformarsi al mondo dell’anticonformismo a tutti i costi: Mafalda è una eroina “arrabbiata” che rifiuta il mondo così com’è.
Per capire Mafalda è necessario stabilire un parallelo con l’altro grande personaggio alla cui influenza essa evidentemente non si sottrae: Charlie Brown. Charlie Brown è nordamericano, Mafalda è sudamericana. Charlie Brown appartiene a un paese prospero, a una società opulenta in cui cerca disperatamente di integrarsi mendicando solidarietà e felicità; Mafalda appartiene a un paese denso di contrasti sociali, che tuttavia non chiederebbe di meglio che integrarla e renderla felice, salvo che Mafalda si rifiuta, respingendo ogni avance. Charlie Brown vive in un suo universo dal quale, rigorosamente gli adulti sono esclusi (salvo i bambini che aspirano a comportarsi come adulti); Mafalda vive in una continua dialettica col mondo adulto, che non ama, non rispetta, avversa, umilia e respinge, rivendicando il suo diritto a rimanere una bambina che non vuole gestire un universo adulterato dai genitori. Charlie Brown ha letto evidentemente i revisionisti freudiani e va alla ricerca di un’armonia perduta; Mafalda ha letto probabilmente il “Che”. In verità Mafalda ha le idee confuse in fatto di politica, una sola cosa sa con chiarezza: non è contenta.
Intorno a lei una piccola corte di personaggi molto più “unidimensionali”: Manolito, chierichetto integrato di un capitalismo di quartiere, che sa con certezza che il valore primario, al mondo, è il denaro; Felipe, sognatore tranquillo; Susanita, beatamente ammalata di mammismo, torpida dei suoi sogni piccolo borghesi. E poi i genitori di Mafalda, che già farebbero fatica ad accettare la routine quotidiana, sopraffatti per soprammercato dal tremendo destino che li ha voluti custodi della Contestataria…
L’universo di Mafalda non è solo quello di un’America Latina nelle sue zone metropolitane ed evolute; ma è in generale un universo latino, per molti aspetti, e questo fa sì che Mafalda ci appaia più comprensibile di tanti personaggi del fumetto statunitense; infine, Mafalda, è in ogni caso un “eroe del nostro tempo”, e non sembri questa una qualifica esagerata per il piccolo personaggio di carta e fumo che Quino ci propone. Nessuno ormai nega che il fumetto sia (quando raggiunge alti livelli di qualità) una spia del costume: e in Mafalda si riflettono le tendenze di una gioventù irrequieta, che qui assumono l’aspetto paradossale di un dissenso infantile, di un eczema psicologico da reazione ai mass media, di un’orticaria morale da logica dei blocchi, di un’asma intellettuale da fungo atomico. Siccome i nostri figli si avviano a diventare – per nostra scelta – tante Mafalde, non sarà allora imprudente trattare Mafalda col rispetto che merita un personaggio reale.
Umberto Eco, 1969