Il 28 gennaio 2019 le Poste del Belgio hanno emesso un foglietto filatelico (con didascalie in francese, tedesco, olandese ed Esperanto), per ricordare il centenario dell’annessione (letteralmente, “ritorno”) di un microscopico “Stato”, esistito dal 1816 al 1919: Moresnet, una striscia di territorio di circa 3,5 chilometri quadrati, contesa da Prussia (poi Germania) e Paesi Bassi (poi Belgio, dal 1830).
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Alla base della disputa stava il fatto che in quel territorio (nella zona chiamata Vieille-Montagne in francese e Altenberg in tedesco, cioè Vecchia Montagna) c’era una miniera di zinco (esauritasi peraltro nel 1885), e che la sua collocazione all’incrocio di tre Paesi, a pochi chilometri dall’importante città tedesca di Aachen (Aquisgrana), suggeriva l’installazione di una casa da gioco, e faceva temere che il piccolo territorio potesse diventare un “paradiso fiscale”.
Al Congresso di Vienna (1815), che pose fine alle guerre napoleoniche, fu quindi raggiunto un compromesso: il paese di Moresnet divenne olandese, Neu-Moresnet prussiano, e il territorio in mezzo ai due, con il villaggio di Kelmis (in francese, La Calamine) e la miniera, fu dichiarato neutrale ad amministrazione congiunta, con il nome in tedesco (Neutral Moresnet), in olandese (Neutraal Moresnet) e in francese (Moresnet Neutre).
Nell’agosto 1908, il medico della miniera, Wilhelm Molly, che era esperantista ed aveva un largo seguito nella popolazione, proclamò l’indipendenza del territorio, con il nome in Esperanto (“Amikejo”, cioè luogo dell’amicizia) e l’indicazione in Esperanto “Neŭtra Moresneto”, e con l’intenzione (e la speranza) di attirare persone di ogni Paese e stabilire una vera e propria comunità di parlanti dell’Esperanto.
(filmino in olandese con sottotitoli in Esperanto)
L’iniziativa ebbe al principio un certo successo: i giornali di tutto il mondo ne parlarono ampiamente, furono stabiliti contatti “internazionali” (ad esempio, nel numero 1910-4,5 di “Espero katolika”, nella cronaca del Primo Congresso internazionale degli esperantisti cattolici – Parigi 1910 – è scritto: “S-ro Nyssen salutas nome de la malgranda respubliketo de Moresnet”, cioè “il S-ro Nyssen saluta a nome della piccola repubblica di Moresnet”), fu adottato un “Inno nazionale” in Esperanto, furono emessi “francobolli”, peraltro non riconosciuti né dal Belgio né dalla Prussia; la popolazione crebbe da qualche centinaio a 3.000 abitanti.
La reazione di Belgio e Prussia fu aspra: gli abitanti furono considerai apolidi, e per boicottaggio furono tagliate la corrente elettrica e le connessioni telefoniche (una reazione simile ci fu nel 1968 a proposito dell’autoproclamata “Repubblica dell’Isola delle Rose”:
www.bitoteko.it/esperanto-vivo/2017/03/03/lisola-che-non-ce-la-insulo-kiu-ne-ekzistas/ )
Nel 1914, il territorio fu occupato dalla Germania; al termine della prima guerra mondiale, fu annesso al Belgio con il Trattato di Versailles del 1919; fu nuovamente occupato dalla Germania nel 1939; tornò belga nel 1944 (è uno dei nove Comuni valloni di lingua tedesca, nella zona di Liegi)
Allego l’immagine del foglietto filatelico belga, in merito al quale è apparso un articolo nel bollettino (“Verda lupeo”, cioè “Lente d’ingrandimento verde”) n. 2019-180 della Associazione dei collezionisti filatelici a soggetto Esperanto (AREK).
Un articolo in italiano sui “francobolli” di Moresnet è pubblicato sul bollettino filatelico in rete “Il Postalista” n. 630 del 18 settembre 2015
www.ilpostalista.it/medicina/morenet.htm