Personaggi

Laozi

Laozi (trascritto anche Lao Tzu, Lao Tsu, Lao Tse, Lao Tze, Lao Tzi, Lao-Ce, Laŭzi, Laŭzio) è il titolo onorifico (che significa “Venerabile Maestro”) del filosofo, scrittore e politico cinese Li Er o Li Dan (della cui stessa esistenza storica, peraltro, si discute) del sesto o quinto secolo a. C. (contemporaneo di Confucio), presunto autore del libro “Tao Te Ching” o “Dao de Jing”, venerato come principale divinità del pantheon taoista, e molto popolare nella cultura cinese.
it.wikipedia.org/wiki/Laozi
Il “Tao Te Ching” o “Daode Jing” (La Via e la Virtù, La Via alla Virtù) è una raccolta di circa 5.000 ideogrammi, in cui sono esposti i punti principali del taoismo, basata sul rispetto di uno “stato naturale”, che non deve essere alterato nella saggezza e nel linguaggio, ma deve essere mantenuto mediante un “non-agire”, la semplicità e la spontaneità, procedendo a piccoli passi, senza proporsi traguardi troppo ambiziosi, che, in quanto difficilmente realizzabili, sarebbero solamente causa di delusioni e sofferenze.
Alcuni detti del “Tao te Ching” sono divenuti proverbiali anche in Occidente; ad esempio, vengono spesso citati questi:
– È meglio accendere una lampada, che maledire l’oscurità
– Chi sa non parla, e chi parla non sa
– Un viaggio di mille miglia comincia sempre con il primo passo.
Trascrivo la traduzione in italiano e quella in Esperanto di un brano del “Tao te Ching”, ed allego un francobollo coreano del 1885 con il simbolo del Taoismo (Yin Yang)
it.wikipedia.org/wiki/Yin_e_yang


LXXX – ISOLARSI

Piccoli regni con pochi abitanti:
arnesi da lavoro in luogo d’uomini
(sian dieci o cento) il popolo non usi.
Tema la morte e fuori non emigri.
Se anche vi son navigli e vi son carri,
il popolo non tenti di salirvi;
se anche vi son corazze e vi son armi,
mai e poi mai le tiri fuori il popolo.
E ritorni ad usar nodi di corda;
e trovi gusto in cibi e vesti suoi;
ed ami la sua casa, i suoi costumi.
Se Stati vi vedessero vicini
tanto che cani e galli se ne udissero,
invecchino così, fino alla morte
quei due popoli: senza alcun contatto.

Lao Tzu, “Tao Te Ching”, a cura di Luciano Parinetto
www.liberliber.it/mediateca/libri/l/lao_tzu/tao_te_ching/pdf/lao_tzu_tao_te_ching.pdf

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EL LA «VOJO KAJ VIRTO»

Malgranda estu la lando,
malmulta la popolo,
kaj estu, ke eĉ se estus
metioj kaj laboriloj,
ĉi tiujn oni ne uzu,
kaj estu, ke la popolo
ĝis fino de sia vivo
ne iru malproksimen.
Kaj eĉ se estus ŝipoj
kaj veturiloj multaj,
per tiuj oni ne voju,
kaj eĉ se estus ŝildoj,
kirasoj, bataliloj,
ne estu ekzercadoj.
Anstataŭ skribo ree
la homoj ligu nodojn.
La manĝo por ili dolĉu,
la vestoj estu belaj,
trankvilaj la loĝejoj,
delektaj la kutimoj.
Kaj eĉ se oni povus
rigardi trans la limon
de la najbara lando,
kaj ĝisaŭdiĝus voĉo
de kokoj kaj de hundoj,
ja mortu la popolo
en maljunaĝo paca,
neniam transirinte.

Lao-Ce, trad. Kálmán Kalocsay
(“Tutmonda sonoro”, HEF, Budapest 1981, p. 271)

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