Il 31 marzo è l’anniversario della morte (nel 1850) del poeta e linguista italiano (toscano) Giuseppe Giusti (1809-1850),
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noto soprattutto per la poesia “Sant’Ambrogio” e per un’ampia raccolta ragionata di Proverbi toscani, servita da esempio per i successivi studi in materia.
Ho già parlato di lui il 12 maggio 2017.
La poesia “Sant’Ambrogio” (in italiano e in Esperanto) è stata presentata qui:
Trascrivo (in italiano, e nella traduzione in Esperanto) la poesia “I trentacinque anni” (La tridekkvin jaroj), dedicata all’amico Tommaso Grossi; è sconvolgente pensare che il poeta morì appena 6 anni dopo, a 41 anni.
Allego l’immagine del monumento a Giuseppe Giusti nella sua città natale, Monsummano Terme (Pistoia).
I TRENTACINQUE ANNI
Grossi, ho trentacinque anni, e m’è passata
quasi di testa ogni corbelleria;
o se vi resta un grano di pazzia,
da qualche pelo bianco è temperata.
Mi comincia un’età meno agitata,
di mezza prosa e mezza poesia;
età di studio e d’onesta allegria,
parte nel mondo e parte ritirata.
Poi, calando giù giù di questo passo
e seguitando a corbellar la fiera,
verrà la morte, e finiremo il chiasso.
E buon per me, se la mia vita intera
mi frutterà di meritare un sasso
che porti scritto: “Non mutò bandiera”.
Giuseppe Giusti
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TRIDEKKVIN JAROJ
Ho Grossi estas mi tridekkvinjara,
el kapo preskaŭ ĉia stult’ forestas;
se grajn’ ankoraŭ da frenez’ enrestas,
ĝin moderigas kelka blanko hara.
Ekiras aĝo malpli agite fara,
en kiu poezi’ kaj proz’ kunestas;
aĝo por studo kaj por gaj’ honesta,
parte monduma parte hejmekara.
Poste, dum ni plusekvos la destinon
kaj serĉos plue pri la vivmotivo,
venos la mort’ kaj ni la bruon finos.
Bone por mi se mia tuta vivo
meritigos al mi sur ŝton’ esprimon:
“Li saman flagon svingis sen modifo”.
Giuseppe Giusti, trad. Giordano Azzi
(el “Tra itala poezio”)