Personaggi

Charles Bukowski

Il 9 marzo è l’anniversario della morte (nel 1994) del poeta e scrittore statunitense di origine tedesca Heinrich Karl Bukowski, noto con il nome anglicizzato Henry Charles Bukowski e con lo pseudonimo Henry Chinaski (1920-1994)
it.wikipedia.org/wiki/Charles_Bukowski
Bukowski ha scritto sei romanzi, centinaia di racconti e migliaia di poesie, in gran parte di carattere autobiografico; per il loro contenuto dissacrante (frequenti esperienze sessuali, descritte senza eufemismi; alcool; rapporti turbolenti con le persone), e per il linguaggio estremamente crudo, mi è stato difficile scegliere un brano da presentare; trascrivo (in inglese, e nelle traduzioni in italiano e in Esperanto) la poesia “To the whore who took my poems” (Alla puttana che ha rubato le mie poesie – Al publikulino, kiu ŝtelis miajn poemojn).
In Esperanto è apparsa la traduzione di 50 poesie, a cura di Cezar (pseudonimo di Hans-Georg Kaiser), in un libro elettronico intitolato “Kie brulas, ĝentlemanoj?”, ed. INKO,
web.archive.org/web/20051020135504/http://www.luin.se/inko/203-4.pdf
di cui allego la copertina.


TO THE WHORE WHO TOOK MY POEMS

Some say we should keep personal remorse from the poem,
stay abstract, and there is some reason in this,
but jezus; twelve poems gone
and I don’t keep carbons
and you have my paintings too,
my best ones; its stifling:
are you trying to crush me out like the rest of them?
why didn’t you take my money? they usually do
from the sleeping drunken pants sick in the corner.
next time take my left arm or a fifty
but not my poems:
I’m not Shakespeare
but sometime simply
there won’t be any more, abstract or otherwise;
there’ll always be mony and whores and drunkards
down to the last bomb,
but as God said,
crossing his legs,
I see where I have made plenty of poets
but not so very much
poetry.

Charles Bukowski

°°°°°

ALLA PUTTANA CHE HA RUBATO LE MIE POESIE

Alcuni dicono che dovremmo tenere lontano il rancore personale dalla poesia,
rimanere distaccati, e c’è del vero in questo,
ma cristo; dodici poesie sparite
e io non conservo le copie
e hai anche i miei quadri,
i migliori; è opprimente:
stai cercando di annientarmi come tutti gli altri?
perché non ti sei presa i miei soldi? di solito li prendono
dai pantaloni sonnolenti e ubriachi storditi nell’angolo.
la prossima volta prenditi il mio braccio sinistro o un cinquantone
ma non le mie poesie:
non sono Shakespeare
ma prima o poi semplicemente
non ce ne saranno più, né distaccate né di altro tipo;
ci saranno sempre soldi e puttane e ubriaconi
fino all’ultima bomba,
ma come Dio ha detto,
accavallando le gambe,
vedo che ho creato fin troppi poeti
ma non altrettanta
poesia.

Charles Bukowski
www.cinquecosebelle.it/cinque-sorprendenti-poesie-bukowski/

°°°°°

AL PUBLIKULINO, KIU ŜTELIS MIAJN POEMOJN

Kelkaj opinias, ke ni tenu for nian privatan kaĉon el niaj poemoj,
ke ni restu abstraktaj, kaj por tio vere troviĝus bonaj kialoj,
sed fulmotondro, dekdu poemoj for,
kaj mi neniam kopias ilin,
miajn bildojn vi same enpoŝigis,
eĉ miajn plej bonajn, estas katastrofo,
ĉu vi volas detrui min, tiel, kiel ĉiujn aliajn antaŭ mi?
Kial vi ne prenis mian monon?
La seksmatracoj preskaŭ ĉiam elfingrumas ĝin el miaj pantalonoj,
antaŭ ol ili dormas malsanaj kaj ebriaj en angulo.
Venontan fojon prenu mian dekstran brakon aŭ kvindekdolaron,
sed ne miajn poemojn!
Mi ja ne estas Shakespeare,
estas vere, sed foje foje simple
nenio postkreskas, abstrakte aŭ kiel ajn.
Mono ĉiam ekzistos, kaj publikulinoj kaj drinkuloj,
ĝis la lasta bombo falos,
sed kiel Dio diris tiam
post farita laboro:
Mi vidas, ke mi kreis
amason da poetoj,
sed ne tro da arto.

Charles Bukowski, trad. Cezar (Hans-Georg Kaiser),
“Kie brulas, ĝentlemanoj?”, INKO

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