Personaggi

Giorgio Perlasca

Il 31 gennaio è l’anniversario della nascita (nel 1910) del commerciante italiano (nato a Como in Lombardia, morto a Padova nel Veneto) Giorgio Perlasca (1910-1992),
it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Perlasca
protagonista nel 1944-1945 di una storia incredibile ma vera: trovandosi a Budapest (Ungheria) con passaporto diplomatico, mediante documenti falsi si spacciò per il Console spagnolo che era partito, e salvò dalla deportazione migliaia di ebrei, rilasciando salvacondotti che li dichiaravano cittadini spagnoli, e in tal modo li ponevano al riparo dagli occupanti tedeschi.
Si tratta, in buona sostanza, di una vicenda simile a quella dello svedese Valdemar Langlet, di cui ho parlato il 17 dicembre 2017.

Valdemar Langlet Nina Borovko


Giorgio Perlasca ha tenuto a lungo nascosta la sua attività umanitaria,
– per un innato senso di riservatezza;
– perché in passato era stato fascista (partecipando anche come volontario alla guerra civile spagnola), e per questo dovette fuggire da Budapest all’arrivo dei sovietici;
– perché alcune delle sue iniziative erano state indebitamente attribuite al diplomatico svedese Raoul Wallenberg;
– perché il Governo italiano del dopoguerra, per motivazioni politiche, non ritenne di dare seguito al promemoria redatto da Perlasca (non era concepibile ammettere che un ex fascista avesse salvato degli ebrei).
Solo nel 1987 alcune donne ebree, che erano bambine nel 1944-1945, rintracciarono Perlasca (di cui avevano perso le tracce), e resero pubblica la vicenda.
Finalmente, a quasi mezzo secolo di distanza, Perlasca ebbe riconoscimenti: medaglie; il titolo di “Chasidei Umot HaOlam” (Giusto tra le Nazioni); un albero a suo nome nel museo Yad Vashem di Gerusalemme; nel 1991, il titolo di Grande Ufficiale al merito della Repubblica Italiana; il 25 giugno 1992, poco prima della morte (avvenuta il 15 agosto 1992), la medaglia d’oro al valor civile, con questa motivazione:
“Nel corso del 2° conflitto mondiale, con coraggio non comune e grave rischio personale assumeva la falsa identità di Console spagnolo per salvare migliaia di persone ingiustamente perseguitate, impedendone la deportazione nei campi di sterminio e riuscendo, poi, a trovar loro una provvisoria sistemazione, malgrado le notevolissime difficoltà. Nobile esempio di elette virtù civiche e di operante umana solidarietà. Budapest 1944 -1945”.
Il Senato italiano approvò in suo favore un vitalizio, ma Perlasca rifiutò.
Oggi, lo ricordano:
– una foresta in Israele con 10.000 alberi, quanti gli ebrei salvati;
– una lapide nel cortile della Sinagoga di Budapest;
– un busto nell’Istituto italiano di Cultura di Budapest;
– scuole italiane intitolate a suo nome;
– strade italiane a lui dedicate (a Roma, Genova, Modena, Verona, Ragusa, Fermo);
– una Fondazione a suo nome;
– un francobollo italiano emesso nel 2010 in occasione del centenario della nascita.
Nel 1990, Perlasca fece parte del Comitato d’onore del 61° Congresso italiano di Esperanto, che ebbe luogo a Padova.
Perlasca è sepolto nel cimitero di Maserà, presso Padova, nella nuda terra, con la sola indicazione in ebraico (oltre alle due date): “Chasidei Umot HaOlam” (Giusto tra le Nazioni).
Allego il francobollo del 2003, su bozzetto di Maria Carmela Perrini, con un ritratto di Giorgio Perlasca, un gruppo di persone testimoni del suo eroismo, e un filo spinato.

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