Personaggi

Joseph Brodsky

Il 28 gennaio è l’anniversario della morte (a New York, nel 1996) del poeta, saggista e drammaturgo russo di origine ebraica (naturalizzato statunitense) Iosif Aleksandrovič Brodskij, conosciuto anche come Joseph Brodsky (1940-1996),
it.wikipedia.org/wiki/Iosif_Aleksandrovi%C4%8D_Brodskij
Premio Nobel per la Letteratura nel 1987, con questa motivazione: «For an all-embracing authorship, imbued with clarity of thought and poetic intensity» («Per una produzione onnicomprensiva, intrisa di chiarezza di pensiero e intensità poetica».
Scrisse in russo, tranne i saggi, che scrisse in inglese dopo che emigrò forzatamente negli Stati Uniti (in Unione Sovietica era stato condannato ai lavori forzati, perché ritenuto un “parassita” della società, alla quale non recava alcun contributo con la sua poesia, e perché esaltava i valori della libertà).
Visse anche in Italia, in particolare a Venezia, che con i suoi canali gli ricordava la città natale (“Leningrado” al momento della nascita, “Sankt-Peterburg/ San Pietroburgo” nuovamente adesso); ed a Venezia riposa, nel Cimitero dell’isola di san Michele.
Diverse poesie di Brodskij sono state tradotte in Esperanto (un elenco, nella pagina di Wikipedia); in particolare, nel 2001 è stato pubblicato a Mosca, editrice Impeto, un volume di 159 pagine con brani scelti – 37 poesie e una prosa (“De nenie kun amo, elektitaj verkoj”, trad. Grigorij Arosev, Mikaelo Bronŝtejn, Kris Long).
Un’ampia recensione, di Boris Kolker, intitolata significativamente “Estas danĝere esti poeto” (È pericoloso essere poeta), è stata pubblicata in “Monato” 2003-11, p. 21-22, e risulta parzialmente trasfusa in Wikipedia.
Trascrivo una traduzione (“El nenie kun amo”) reperibile in rete, ed allego un’immagine del Cimitero dell’isola di San Michele a Venezia,
it.wikipedia.org/wiki/Cimitero_di_San_Michele_(Venezia)
dover riposano molti personaggi illustri; oltre Brodskij, tra gli altri: Igor Stravinskij (1882-1971) ed Ezra Pound (1885-1972).


EL NENIE KUN AMO

El nenie kun amo, la ioman de martombro,
estimata, sinjor’, karulin’, sed eĉ tio
jam ne gravas, ĉar vian vizaĝon en sombro
de l’ memor’ ne distingi, kaj mi, jam ne via,
jam nenies fidela amik’ vin salutas el-en
unu el kvin kontinentoj, kiun simbolas vakero;
mi vin amis pli, ol anĝelojn kaj eĉ Lin mem,
do pli foras de vi, ol de tiuj mi nun sur sur la Tero.
Tardan nokton en valo dormanta, en drona sol’,
en urbet’, kie ĝis porda ans’ ŝutis neĝon vento,
sin tordante serpente sur lita tol’,
kiel tuj mi almenaŭ ne elokventu,
mi battordas kusenon per «Vi!» – muĝa spir’,
post la maroj dormantaj sen-lim-kaj-rande,
Viajn trajtojn tutkorpe en nokta delir’
kiel freneziĝinta spegul’ ripetante.

Josif Brodskij, trad. S. Verŝinin
www.esperanto.mv.ru/Arkivoj/Poezio/El_nenie.html

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