Il 16 gennaio è l’anniversario della morte (nel 1957) dell’italiano (emiliano) Arturo Toscanini (1867-1957)
it.wikipedia.org/wiki/Arturo_Toscanini
probabilmente il più grande, e sicuramente il più famoso, direttore d’orchestra di tuti i tempi.
Rinvio alle pagine di Wikipedia, evidenziando soltanto alcune curiosità:
– diresse la prima volta a soli 18 anni, per sostituire il direttore che aveva abbandonato improvvisamente lo spettacolo;
– aveva una memoria prodigiosa: dirigeva “a memoria”, senza spartito, tuttavia con estrema fedeltà al testo;
– diresse le “prime” di grandi opere, tra cui: “I Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo (1892); “La Bohème” di Giacomo Puccini (1896); “La fanciulla del West” di Giacomo Puccini (1910); “Turandot” di Giacomo Puccini (1926);
– suonò per i soldati italiani, nel 1917, sul fronte del Carso, subito dopo la conquista di Gorizia,
ed a Fiume (l’attuale Rijeka) per i legionari di Gabriele D’Annunzio;
– fu il primo direttore non tedesco che si esibì al Festival di Bayreuth, “luogo sacro” di Richard Wagner
– dopo una iniziale adesione al fascismo (nel 1919 fu candidato alle elezioni politiche nella lista dei fasci di combattimento, con Benito Mussolini e Filippo Tommaso Marinetti,
ma non fu eletto), fu uno dei più tenaci oppositori del regime; si ricorda, in particolare, che il 14 maggio 1931 fu aggredito da un gruppo di fascisti e pubblicamente preso a schiaffi perché, nell’allora fascistissima Bologna,
si era rifiutato di eseguire, all’inizio di un concerto, l’inno fascista “Giovinezza”
www.bitoteko.it/esperanto-vivo/tag/inno-giovinezza/
A seguito di quell’episodio, ma soprattutto per le vessazioni poliziesche alle quali era sottoposto, Toscanini si trasferì stabilmente negli Stati Uniti, e tornò a dirigere in Italia soltanto dopo la caduta del fascismo e la fine della seconda guerra mondiale;
– nel 1933, dopo la presa del potere in Germania da parte del nazismo,
rifiutò di tornare a Bayreuth, malgrado (oppure per) l’invito personale di Adolf Hitler;
– il 26 dicembre 1936 diresse gratuitamente, a Tel Aviv, il concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica di Palestina, composta dai musicisti ebrei fuggiti dalle persecuzioni naziste;
– nel 1938, abbandonò il Festival di Salisburgo, dopo l’annessione (Anschluss) dell’Austria alla Germania nazista
– durante la seconda guerra mondiale, si attivò in ogni modo per sostenere la lotta al fascismo e al nazismo;
– l’11 maggio 1946, diresse il concerto inaugurale del nuovo Teatro alla Scala di Milano, ricostruito dopo i bombardamenti anche grazie alle ingenti somme di denaro da lui raccolte;
– il 5 dicembre 1949 venne nominato Senatore a vita per alti meriti artistici, ma rinunciò alla nomina con un telegramma da New York all’allora Presidente della Repubblica Luigi Einaudi,
in cui diceva tra l’altro:
«È un vecchio artista italiano, turbatissimo dal suo inaspettato telegramma che si rivolge a Lei e la prega di comprendere come questa annunciata nomina a senatore a vita sia in profondo contrasto con il suo sentire e come egli sia costretto con grande rammarico a rifiutare questo onore. Schivo da ogni accaparramento di onorificenze, titoli accademici e decorazioni, desidererei finire la mia esistenza nella stessa semplicità in cui l’ho sempre percorsa… la prego di non voler interpretare questo mio desiderio come atto scortese o superbo, ma bensì nello spirito di semplicità e modestia che lo ispira»;
– a seguito della rinuncia di Arturo Toscanini, fu nominato Senatore a vita il poeta dialettale romanesco Carlo Alberto Salustri (Trilussa)
– ad Arturo Toscanini è dedicata una delle oltre 2.000 stelle a cinque punte che, nella strada di Hollywood “Walk of Fame”, ricordano i nomi di celebrità dello spettacolo.
Trascrivo, con traduzione in italiano, parte di un articolo trasmesso da Radio Roma-Esperanto il 2 gennaio 1977, ed allego una quartina del francobollo italiano del 1967 per il centenario della nascita di Toscanini, su bozzetto di Renato Ferrini.
(Segue traduzione in italiano)
RADIO ROMA – ESPERANTO, 2.1.1977
LA STUDOĈAMBRO DE TOSCANINI DONACITA AL LA PARMA KONSERVATORIO
Teksto de Velia Corsini, traduko de Antonio De Salvo
La Parma Konservatorio celebris sian 150-jaran datrevenon per aro da aranĝoj, inter kiuj la inaŭguro de la studoĉambro de Arturo Toscanini, tia kia ĝi estis en la milana loĝejo de la Majstro. En tiu loĝejo, Toscanini longe vivis, inter unu kaj alia turneo; nun, la domo estis vendita, kaj la studoĉambro, vizitita de la plej famaj artistoj kaj plena je libroj kaj memoraĵoj, riskis malaperi. Tial la gefiloj de la Majstro decidis donaci ĝin al la Parma Konservatorio.
Oni malmuntis la objektojn de la studoĉambro, oni pakis ilin, kaj transportis en ĉambron de la Konservatorio. En tiu ĉambro, pli malgranda ol tiu originala, ne ĉiuj aĵoj povis esti gastigataj, sed nur la ĉefaj pecoj: la fortepiano, per kiu Toscanini ekzerciĝadis, la skribotablo, pentraĵoj, metronomo, 700 libroj pri muziko (el kiuj multaj kun aŭtografaj dediĉoj), la partituroj kun rimarkoj kaj sugestoj de la Majstro, bronzaj bustoj de Verdi kaj Puccini.
En Parma ankaŭ ekzistas la naskiĝdomo de Toscanini, kaj pro tio la restarigo de la studoĉambro de la Majstro en la Parma Konservatorio estas oportuna decido. Tie Toscanini pasigis la plej gravajn jarojn de sia formiĝo. Li eniris la Konservatorion antaŭ ĝuste 100 jaroj, kaj li ĝin forlasis 18-jara akirinte plenmerite diplomojn pri komponado kaj violonĉelo.
Apud la studoĉambro de Toscanini, la Parma Konservatorio ekspozicias kelkajn aĵojn, kiuj ĝis nun restis sepultitaj en la arkivoj: la lernejajn ekzercojn, romancon, orkestran komponaĵon kaj uverturon. Verŝajne, Toscanini estis tre lerta lernanto, ĉar la notoj ŝajnas presitaj, sen hezitoj aŭ korektoj.
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(Traduzione):
RADIO ROMA – ESPERANTO, 2.1.1977
LO STUDIO DI TOSCANINI DONATO AL CONSERVATORIO DI PARMA
Testo di Velia Corsini
Il Conservatorio di Parma ha celebrato il suo 150° anniversario con un insieme di manifestazioni, tra cui l’inaugurazione dello studio di Arturo Toscanini, com’era nell’abitazione milanese del Maestro. In quella abitazione Toscanini visse a lungo, tra una tournée e un’altra; ora, la casa è stata venduta, e lo studio, frequentato dai più famosi artisti e pieno di libri e ricordi, rischiava di scomparire. Per questo i figli del Mestro hnno deciso di donarlo al Conservatorio di Parma.
Gli oggetti dello studio sono stati smontati, imballati e trasportati in una stanza del Conservatorio. In quella stanza, più piccola di quella originale, non tutte le cose hanno potuto essere ospitate, ma solo i pezzi più importanti: il pianoforte, su cui Toscanini si esercitava, la scrivania, quadri, un metronomo, 700 libri di musica (molti dei quali con dediche autografe), gli spartiti con annotazioni e suggerimenti del Maestro, busti di bronzo di Verdi e Puccini.
A Parma c’è pure la casa natale di Toscanini, e quindi la ricostruzione dello studio del Maestro nel Conservatorio di Parma è una decisione opportuna. Là Toscanini ha passato gli anni più importanti della sua formazione. Entrò al Conservatorio esattamente 100 anni fa, e lo lasciò a 18 anni dopo aver conseguito a pieni voti i diplomi di composizione e violoncello.
Accanto allo studio di Toscanini, il Conservatorio di Parma espone alcuni oggetti che finora erano sepolti negli archivi: gli esercizi scolastici, una romanza, una composizione per orchestra con ouverture. A quanto pare, Toscanini era uno studente molto bravo, perché le note sembrano stampate, senza esitazioni o correzioni.