L’11 dicembre è l’anniversario della morte (nel 1906) del fiorentino Luigi Guglielmo conte di Cambray-Digny (1820-1906)
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economista, studioso di agraria e politico (fu, tra l’altro, il primo Sindaco di Firenze dopo l’unità d’Italia nel 1861, e ministro delle Finanze del nuovo Regno).
Oltre che per l’istituzione della “tassa sul macinato”, un odioso balzello che colpiva soprattutto le classi sociali più povere (e che provocò rivolte popolari con centinaia di morti e feriti), Cambray-Digny è ricordato, su un piano più frivolo, per un sonetto da lui composto per descrivere una variante dell’apertura scacchistica denominata “Matto di Légal” oppure “Matto di Blackburne”
it.wikipedia.org/wiki/Matto_di_L%C3%A9gal
dal nome dei due scacchisti che la lanciarono, il nobile francese De Kermur, signore di Légal (1702-1792), e il giocatore di scacchi britannico Joseph Henry Blackburne (1841–1924).
Trascrivo il sonetto, in italiano e nella traduzione in Esperanto di Carlo Minnaja.
Allego:
– l’immagine della pagina 31 del periodico francese in Esperanto “La Kancerkliniko” 2017-12 (ottobre-dicembre 2017), con la versione in Esperanto del sonetto;
– la cartolina maximum con il francobollo italiano del 1981 dedicato ad una manifestazione tradizionale della città veneta di Marostica (provincia di Vicenza), la “Partita a scacchi” con personaggi viventi (oltre 600 figuranti in costume), che ha luogo il secondo fine settimana di settembre degli anni pari (la prossima occasione sarà l’11, 12, 13 settembre 2020)
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Scacchisti udite, un’immortal tenzone
in brevi tratti il verso mio dipinge.
Inoltra il Re dei Bianchi il suo pedone,
quel del Re Nero incontro a lui si stringe.
L’assalta il Cavalier, ma a lui s’oppone
quel della Donna e i colpi suoi respinge.
Alla quarta d’alfier l’Alfier si pone,
la Donna il suo pedon d’un passo spinge,
l’altro Cavallo accorre. Al primo è sopra
l’Alfiere, e il preme; egli il pedone uccide
benché al nemico acciar la Donna scopra.
Ed essa muor, ma non indarno; in fallo
cadde il duce dei Neri; ei non previde
scacco d’Alfiere e matto di Cavallo.
Luigi Guglielmo conte di Cambray-Digny
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Ŝakistoj, aŭdu! Brilan ŝakpartion
per etaj trajtoj pentras verso mia.
Unua, laŭkutime, Blanko movas
kaj Reĝ’ duĉele la peonon ŝovas;
tiu de l’ Nigra Reĝ’ al ĝi sin stringas.
Ĝin atakas Ĉeval’; sin kontraŭsvingas
tiu de l’ Dam’ kaj pikojn ĝi reĵetas.
En kvaran ĉelon Kurier’ sin metas,
la Dam’ je unu paŝ’ peonon sian
antaŭenigas; la Ĉeval’ alia
alkuras. Kurier’ premas l’ unuan;
tiu peonon manĝas per mov’ spita
lasante sian Damon nekovrita.
Ŝi mortas, sed ne vane, ĉar insidis
eraro l’ estron Nigran: li ne vidis
ke l’ Kurier’ kondukos lin al falo:
ŝakigo, kaj matigo per Ĉevalo.
Luigi Guglielmo di Cambray-Digny
trad. Carlo Minnaja
(“La kancerkliniko”2017-12, p. 31)