Il primo dicembre è l’anniversario della morte (nel 1455) dell’orafo, scultore, architetto, pittore e scrittore italiano (fiorentino) Lorenzo Ghiberti (1378-1455)
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famoso soprattutto per le sculture in oro della porta del Battistero di Firenze concepita all’origine come porta settentrionale, ma poi montata ad oriente (davanti al Duomo di Santa Maria del Fiore); la Porta è talmente bella che Michelangelo per primo la chiamò “la Porta del Paradiso”.
Al tempo di Ghiberti, l’arte orafa era fiorente a Firenze; basti pensare che vi si dedicarono, tra gli altri, Donatello, Luca della Robbia e Filippo Brunelleschi
Nel 1401, fu bandito un concorso per la realizzazione della Porta; furono classificati primi, a pari merito, Ghiberti e Brunelleschi (però Ghiberti, mentendo, scrisse poi di essere risultato vincitore da solo e all’unanimità); Brunelleschi rifiutò di lavorare in coppia, per cui l’incarico fu affidato a Ghiberti.
La Porta, che richiese 22 anni di lavoro (con inevitabili mutamenti stilistici), comprende 28 formelle, con scene del Nuovo Testamento.
Molti anni dopo (tra il 1430 e il 1436), Ghiberti ebbe di nuovo a che fare con Brunelleschi, per il problema della cupola di Santa Maria del Fiore; benché le idee e la realizzazione fossero essenzialmente di Brunelleschi, Ghiberti (che, evidentemente, aveva un certo caratterino) riuscì a farsi dare lo stesso compenso del collega. Brunelleschi “ripagò” il rivale con il disprezzo e l’irrisione.
Ghiberti è autore anche di un’altra Porta del Battistero, comprendente 10 formelle con scene dell’Antico Testamento.
Una curiosità: il programma delle immagini si deve ad Ambrogio Traversari (1386-1439), generale dei camaldolesi
il quale – cosa rarissima a quel tempo – conosceva il greco antico, e in Occidente era l’unico in grado di interpretare gli antichi testi (nei manoscritti medioevali, e fino alla caduta di Costantinopoli nel 1453, con la conseguente migrazione in Occidente di letterati di lingua greca, veniva apposta, all’occorrenza, l’annotazione “Graecum est, non legitur”, cioè “è scritto in greco, non si legge”; e in italiano è rimasta l’espressione “che parlo greco?”, quando l’interlocutore fa finta di non capire).
I contemporanei di Ghiberti e gli artisti immediatamente posteriori avevano un’opinione non sempre positiva del suo valore, ed attribuivano gran parte delle sue opere all’attività di collaboratori; invece, Michelangelo Buonarroti (1475-1564)
Benvenuto Cellini (1500-1571)
e Giorgio Vasari (1511-1574)
ne fecero grandi lodi.
Trascrivo (con traduzione in italiano) un articolo di Radio Roma-Esperanto del 24 dicembre 1978, ed allego un’immagine della “Porta del Paradiso”.
(segue traduzione in italiano)
FLORENCO CELEBRAS ELSTARAN ARTISTON
Teksto de Velia Corsini, traduko de Antonio De Salvo
Ĉirkaŭ unu jaron post la aranĝoj por memorigi la renesancan arkitekton Filippo Brunelleschi, ankaŭ la granda kontraŭulo, Lorenzo Ghiberti, estis digne celebrita.
La vivo de Ghiberti disvolviĝis trankvile, samkiel ĉe ĉiu alia bonhava florenca negocisto de la dekkvina jarcento. Li naskiĝis, verŝajne, en 1378-a; li lernis ĉe la oraĵisto Bartolo di Michele, kaj iĝis sperta en la manipulado de metaloj kaj (probable) en pentroarto.
Dum dudek jaroj, Ghiberti estis la ĉefa skulptisto en Florenco, kaj kolektis ĉirkaŭ si multajn sekvantojn. Ankoraŭ oni konservas dokumentojn, kiuj listigas nomojn kaj salajrojn de liaj disĉiploj, inter kiuj troviĝas ankaŭ elstaraj nomoj, kiaj Masolino kaj Donatello. Unu el la helpknaboj de Ghiberti estis Paolo Uccello, kiu (antaŭ ol iĝi fama) ricevis nur tre modestan salajron.
La sesjarcenta datreveno de la naskiĝo de Ghiberti kunigis en Florencon artistojn kaj studulojn, kaj estis okazo por tri ekspozicioj. Tiel oni esperas pli bone koni ĉi tiun homon, kiu daŭre restas “mistera”, kvankam li mem verkis siajn memoraĵojn (kiuj, pretere dirite, igas lin ankaŭ la unua arthistoriisto). Tute nekonataj, ja, estas la fruaj tempoj de lia formiĝo.
Kunveno, malfermita de la Direktoro de la “Metropolitana Muzeo” de Novjorko, alfrontis ne nur la diversajn aspektojn de la arta agado de la majstro, sed ankaŭ la pli ĝeneralajn problemojn de la medio, en kiu li vivis kaj laboris. Dum kvar tagoj oni analizis la florencan socion de tiu tempo, en kiu formiĝis la personeco de ĉi tiu artisto, kiu estis samtempe oraĵisto, arkitekto kaj verkisto.
La ekspozicioj klare prezentis, interalie, la kulturan kontraston, kiu en la epoko de Ghiberti ekzistis inter la malfru-gotika gusto kaj la nova renesanca stilo. La plej elstaraj subtenantoj de la nova arto estis ĝuste Ghiberti kaj Brunelleschi, kiuj en 1401-a partoprenis konkurson por realigi bronzan pordon de la florenca Baptejo: la konkurson gajnis Ghiberti (kiu kreis la “Pordon de l’ Paradizo”), sed pli poste Brunelleschi “venĝis” sin per la konstruo de la mirinda kupolo de la florenca katedralo.
Radio Roma – Esperanto, 24.12.1978
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(traduzione)
FIRENZE CELEBRA UN EMINENTE ARTSTA
Testo di Velia Corsini
Circa un anno dopo le manifestazioni per commemorare l’architetto rinascimentale Filippo Brunelleschi, anche il grande rivale, Lorenzo Ghiberti, è stato degnamente celebrato.
La vita di Ghiberti si svolse tranquilla, come quella di qualunque altro fiorentino benestante del quindicesimo secolo. Nacque, verosimilmente, nel 1378; imparò dall’orafo Bartolo di Michele, e divenne esperto nella manipolazione dei metalli e (probabilmente) nella pittura.
Per vent’anni, Ghiberti fu il principale scultore di Firenze, e radunò intorno a sé molti seguaci. Si conservano ancora documenti che elencano nomi e salari dei suoi discepoli, tra i quali si trovano anche nomi eccellenti, come Masolino e Donatello. Uno dei giovani aiutanti di Ghiberti fu Paolo Uccello, il quale (prima di diventare famoso) riceveva un modestissimo salario.
Il seicentesimo anniversario della nascita di Ghiberti ha radunato a Firenze artisti e studiosi, ed è stata occasione di tre mostre. In questo modo si spera di conoscere meglio quest’uomo che rimane “misterioso”, sebbene lui stesso abbia scritto le sue memorie (che, detto di passaggio, lo rendono anche il primo storico d’arte). Assolutamente sconosciuti, infatti, sono i primi tempi della sua formazione.
Un convegno, aperto dal Direttore del “Metropolitan Museum” di New York, ha affrontato non solo i diversi aspetti dell’attività artistica del maestro, ma anche i problemi più generali dell’ambiente in cui visse ed operò. Per quattro giorni è stata analizzata la società fiorentina del tempo in cui si formò la personalità di questo artista, che fu insiene orafo, architetto e scrittore.
Le mostre hanno presentato, tra l’altro, il contrasto culturale che all’epoca esisteva tra il gusto tardo-gotico e il nuovo stile rinascimentale. I maggiori sostenitori della nuova arte furono proprio Ghiberti e Brunelleschi, che nel 1401 parteciparono ad un concorso per realizzare la porta di bronzo del Battistero fiorentino: il concorso fu vinto da Ghiberti (che creò la “Porta del Paradiso”), ma più tardi Brunelleschi “si vendicò” con la costruzione della mirabile cupola del Duomo di Firenze.
Radio Roma – Esperanto, 24.12.1978