Personaggi

Bruno Lauzi

Il 24 ottobre è l’anniversario della morte (nel 2006) del cantautore italiano (di origine ebraica per parte di madre) Bruno Lauzi (1937-2006)
it.wikipedia.org/wiki/Bruno_Lauzi
nato in Eritrea (all’epoca, italiana), ma vissuto lungamente a Genova (tanto che è considerato un degli esponenti della cosiddetta “scuola di Genova” di cantautori: Fabrizio De André, Luigi Tenco, Gino Paoli, Umberto Bindi, Sergio Endrigo).
Ho già parlato di lui il 23 maggio 2017, perché tradusse in italiano la canzone di Georges Moustaki “Le métèque” (Lo Straniero)

Georges Moustaki


Trascrivo il testo in italiano e la traduzione in Esperanto (di Giuseppe Castelli) della canzone di Bruno Lauzi “Il poeta”, segnalando tre curiosità:
– si disse che la canzone fosse stata ispirata dal suicidio (1967) del cantautore Luigi Tenco (1938-1967: di lui parlerò in altra occasione)
it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Tenco
che era stato compagno di banco di Lauzi a scuola; in realtà la canzone era stata composta anni prima (1963), ma era rimasta a lungo inedita, perché non aveva avuto il visto della censura (all’epoca esistente) per il fatto che parlava di un suicidio;
– personalmente, la melodia (in forma di ballata) mi sembra molto simile (anche se non identica) a quella della canzone popolare di protesta dei combattenti italiani della prima guerra mondiale “O Gorizia tu sei maledetta”: www.youtube.com/watch?v=nVA_7IIoIZk

Caporetto-Kobarid


– oltre che in italiano, la canzone è stata interpretata da Lauzi anche in “marilenghe”, ossia in friulano (mari-lenghe = lingua madre):
it.wikipedia.org/wiki/Lingua_friulana
Allego un francobollo italiano del 2016, su bozzetto di Antonio Ciaburro, che raffigura la Piazza de Ferrari a Genova, con la fontana in bronzo dell’architetto Giuseppe Crosa di Vergagni, e le facciate dei Palazzi del Credito Italiano e della Regione Liguria.


IL POETA
Bruno Lauzi

Alla sera al caffè con gli amici
si parlava di donne e motori
si diceva “son gioie e dolori”
lui piangeva e parlava di te

Se si andava in provincia a ballare
si cercava di aver le più belle,
lui restava a contare le stelle
sospirava e parlava di te

Alle carte era un vero campione
lo chiamavano “il ras del quartiere”
ma una sera giocando a scopone
perse un punto parlando di te

Ed infine una notte si uccise
per la gran confusione mentale
fu un peccato perché era speciale
proprio come parlava di te

Ora dicono fosse un poeta
e sapesse parlare d’amore
Cosa importa se in fondo uno muore
e non può più parlare di te.

°°°°°

LA POETO
Bruno Lauzi, trad. Giuseppe Castelli

Dum kafeja vesper’ kun amikoj,
babilante pri in’ aŭ motoroj,
oni diris: “jen ĝoj’, jen doloroj”.
Li plorante parolis pri vi.

Se ni iris vilaĝen por danci,
ni alcelis la inojn plej belajn;
li kalkulis la stelojn ĉielajn
kaj suspire parolis pri vi.

Pri kartludoj li estis grandulo:
ni lin nomis “la ĉef’ de l’ kvartalo”.
Nur vesperon fuŝiĝis kalkulo
ĉar li estis diranta pri vi.

Fine, nokton, li do sin mortigis:
lia menso ne estis bonfarta.
Bedaŭrinde: li estis aparta
kiel liaj paroloj pri vi.

Onidire li estis poeto
kaj parolis pri amo tre lerte;
sed ĉu gravas? Li mortis, kaj certe
ne plu povas paroli pri vi.

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