Il 9 ottobre è l’anniversario della nascita (nel 1906) del poeta e politico senegalese di lingua francese Léopold Sédar Senghor (1906-2001)
it.wikipedia.org/wiki/L%C3%A9opold_S%C3%A9dar_Senghor
Deputato (1946) all’Assemblea Nazionale Francese, primo Presidente del Senegal indipendente (dal 1960 al 1980: con grande sensibilità, si dimise per consentire un ricambio dopo tanti anni), laureato in Lettere all’Università “La Sorbonne – La Sorbona” di Parigi, professore di francese, conoscitore e sostenitore del latino e della civiltà romana, primo africano membro della “Académie française” (Accademia Francese), dottore “ad honorem” (1987) in Lingue e Culture Moderne all’Università di Bologna.
Senghor è stato uno dei creatori (insieme con il martinicano Aimé Césaire)
it.wikipedia.org/wiki/Aim%C3%A9_C%C3%A9saire
del movimento culturale, letterario, artistico e politico “Négritude” (Negritudine)
it.wikipedia.org/wiki/Negritudine
che aveva lo scopo di rivendicare la dignità della cultura africana, mediante la sua riscoperta e valorizzazione, e la sua indipendenza dalla cultura europea, a suo tempo imposta dai colonizzatori.
Quel movimento non si batteva per un isolamento della cultura africana, ma per il riconoscimento del contributo che l’Africa ha dato alla civiltà mondiale, e per scambi reciproci tra la cultura africana e quella europea; sul piano politico, Sengor (cattolico, in un Paese al 95% musulmano) era sostenitore di un socialismo umanitario e cristiano, fautore della cooperazione tra il Senegal e l’Occidente (in particolare la Francia, tanto che i suoi avversari lo accusavano di “favoreggiamento del neocolonialismo francese”), e più in generale fautore di un umanesimo universale, nella pace e nella libertà.
A Senghor fu conferita la cittadinanza onoraria di Roma (amava ripetere con orgoglio la frase latina “Civis romanus sum” – Sono cittadino romano): ben a ragione, perché – mentre l’Italia eliminò il latino dalle scuole medie italiane – Senghor introdusse nelle scuole senegalesi lo studio obbligatorio del latino (e quello facoltativo dell’italiano).
Quando, nel 1973, il Presidente Senghor fu in visita in Italia, Radio Roma-Esperanto commentò così nella sua trasmissione del primo aprile 1973:
>«Prezidanto Senghor vizitis Italujon precipe por firmigi la jam ekzistantajn rilatojn inter Senegalio kaj Italujo, ĉu en la ekonomia, ĉu en la kultura kampo. Oni devas memori, pri tio, ke Prezidanto Senghor, kiu estas valora poeto kaj kultura eminentulo, estas vaste konata en Italujo, precipe pro sia konvinkita subteno de la valoro de iu “negra civilizo”».
(traduzione):
>«Il Presidente Senghor ha visitato l’Italia soprattutto per consolidare i rapporti già esistemtintra il Senegal e l’Italia, sia nel campo economico che in quello culturale. Si deve ricordare, al riguardo, che il Presidente Senghor, che è un poeta di valore e un esponente culturale, è molto conosciuto in Italia, soprattutto per il suo convinto sostegno del valore di una “civiltà negra”».
Trascrivo (in francese, e nelle traduzioni in italiano e in Esperanto) una spiritosa poesia di Senghor, che fa pensare.
Allego il francobollo francese del 2002, su bozzetto di Marc Taraskoff (da una foto di Mychèle Daniau), in memoria di Léopold Sédar Senghor.
À MON FRÈRE BLANC
Cher frère blanc,
quand je suis né, j’étais noir,
quand j’ai grandi, j’étais noir,
quand je suis au soleil, je suis noir,
quand je suis malade, je suis noir,
quand je mourrai, je serai noir.
Tandis que toi, homme blanc,
quand tu es né, tu étais rose,
quand tu as grandi, tu étais blanc,
quand tu vas au soleil, tu es rouge,
quand tu as froid, tu es bleu,
quand tu as peur, tu es vert,
quand tu es malade, tu es jaune,
quand tu mourras, tu seras gris.
Alors, de nous deux,
qui est l’homme de couleur?
Léopold Sédar Senghor
°°°°°
A MIO FRATELLO BIANCO
Caro fratello bianco,
quando sono nato, ero nero,
quando sono cresciuto, ero nero,
quando sto al sole, sono nero,
quando sono malato, sono nero,
quando io morirò, sarò nero.
Mentre tu, uomo bianco,
quando sei nato, eri rosa,
quando sei cresciuto, eri bianco,
quando vai al sole, sei rosso,
quando hai freddo, sei blu,
quando hai paura, sei verde,
quando sei malato, sei giallo,
quando morirai, sarai grigio.
Allora, di noi due,
chi è l’uomo di colore?
Léopold Sédar Senghor, trad. Antonio De Salvo
°°°°°
AL MIA BLANKA FRATO
Kara blanka frato,
kiam mi naskigis, mi estis nigra,
kiam mi grandigis, mi estis nigra,
kiam mi estas sub la suno, mi estas nigra,
kiam mi estas malsana, mi estas nigra,
kiam mi mortos, mi estos nigra.
Dum vi, blankulo,
kiam vi naskiĝis, vi estis rozkolora,
kiam vi grandiĝis, vi estis blanka,
kiam vi estas sub la suno, vi estas ruĝa,
kiam vi sentas malvarmon, vi estas blua,
kiam vi timas, vi estas verda,
kiam vi estas malsana, vi estas flava,
kiam vi mortos, vi estos griza.
Nu, el ni du,
kiu estas la kolorhaŭtulo?
Léopold Sédar Senghor, trad. Antonio De Salvo