Il 12 agosto è l’anniversario della morte (nel 1848) dell’ingegnere britannico George Stephenson (1781-1848)
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famoso per aver progettato e realizzato le prime linee ferroviarie non a trazione animale e le prime locomotive a vapore, in particolare (nel 1830) quella chiamata “Rocket” (Razzo).
Tre curiosità:
– in un primo tempo, il Parlamento britannico non approvò la costruzione di una linea ferroviaria tra Manchester e Liverpool, per la diffidenza nei confronti del nuovo sistema di locomozione;
– all’inizio, le locomotive non trainavano i vagoni, ma li spingevano (cioè, la locomotiva non era in testa, ma in coda al treno);
– il nome “Rocket” (Razzo), giustificato nel 1830, divenne presto anacronistico con lo sviluppo delle velocità.
A questo proposito, ricordo un simpatico episodio. Nel 1964, le Ferrovie Italiane dello Stato (FS) svilupparono una nuova locomotiva, la E.444
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che l’8 novembre 1967, in un tratto del viaggio inaugurale tra Roma e Napoli, raggiunse la velocità di 207 km/h, assolutamente eccezionale per l’epoca.
Fu lanciato un referendum tra i ferrovieri (vi partecipai anch’io, che all’epoca prestavo servizio nelle FS) per suggerire il nome da dare al nuovo mezzo, considerato all’avanguardia; ebbene, vinse una simpatica proposta spiritosa, perché si ragionò che, con il progresso tecnico ed in breve tempo, quella locomotiva sarebbe apparsa lenta, e quindi fu scelto il nome… “TARTARUGA”.
Trascrivo (con traduzione in italiano) un breve articolo tratto da “L’Esperanto” 1923-2, p. 28, ed allego:
– un francobollo britannico del 1975 in onore di George Stephenson;
– il francobollo italiano del 1970, su bozzetto di Eros Donnini, con l’immagine della locomotiva “Tartaruga”.
Segue traduzione in italiano
La unua vagonaro
Ĝi kuris antaŭ cent jaroj de Manchester al Liverpool, kaj estis gvidata persone de Georgo Stephenson, helpata de lia filo, Roberto, kin funkciadis kiel fajristo. Ili ambaŭportadis sur la kapo cilindran ĉapelon, kiel la tiutempa kutimo postuladis.
La lokomotivo, nomita «The Rocket» (la Raketo) estis sekvata de grandega tendro formita de tre granda barelo: akvokonservejo – La unuaklasaj vagonoj similis al la ĉevalveturiloj por vojaĝoj; sur ĝiaj imperialoj oni metis la pakaĵojn. Sur la unua vagono kondukisto sonadis trumpeton por anonci la alvenon de l’ vagonaro.
La pasaĝeroj de la 2a klaso estis devigataj vojaĝi en veturiloj sen tegmento kiel sur la imperialo de la omumibusoj: kio en la angla klimato certe ne estis tre agrabla.
Kaj ĉar la anglaj aŭtoritatuloj estis formulantaj la strangan kontraŭdiron ke la vagonaro dispremos la bovinojn, trairante la kamparojn, Stephenson devigis sin antaŭirigi la vagonaron de du kuristoj, kiuj, pere de dikaj sonoriloj, devis malproksimigila brutaon ĉe la alproksimiĝo de la vagonaro, kaj oni vojaĝis kun la maksimuma rapideco de…. 6 Km po horo!!
Hodiaŭ la respektinda «Rocket» kune kun unu el tiamaj unuaklasvagonoj, formas parton de la kolektoj de la South Kensington Museum de Londono, kaj atestas la grandegan marŝon faritan de la homaro dum cent jaroj.
El “Pro Familia”, trad. Amerigo Luigi Reni
(“L’Esperanto” 1922-2, p. 28)
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Traduzione:
Il primo treno
Corse cento anni fa da Manchester a Liverpool, ed era guidato personalmente da Giorgio Stephenson, aiutato dal figlio, Roberto, che fungeva da fuochista. Entrambi portavano in testa il cappello a cilindro, come richiedeva l’usanza del tempo.
La locomotiva, chiamata «The Rocket» (il Razzo) era seguita da un enorme tender formato da una grandissima botte: il serbatoio dell’acqua. I vagoni di prima classe somigliavano alle carrozze a cavalli da viaggio: sui loro imperiali si mettevano i bagagli. Sul primo vagone un conduttore suonava una tromba per annunciare l’arrivo del treno.
I passeggeri di seconda classe erano obbligati a viaggiare in vetture scoperte, come sugli imperiali degli omnibus: il che con il clima inglese non era gradevole.
E poiché le autorità inglesi avevano formulato la strana obiezione che il treno avrebbe messo sotto le mucche nell’attraversare la campagna, Stephenson si impegnò a far precedere il treno da due corrieri, i quali, mediante pesanti sonagli, dovevano far allontanare le bestie all’avvicinarsi del treno, e si viaggiava alla velocità massima di 6 km l’ora!!
Oggi il rispettabile «Rocket», insieme con uno dei vagoni di prima classe dell’epoca, fa parte delle collezioni del South Kensington Museum di Londra, e testimonia l’enorme cammino compiuto dall’umanità in cento anni.
da “Pro Familia”, trad. Amerigo Luigi Reni (“L’Esperanto” 1922-2, p. 28)
Retroversione in italiano di A.D.S.