Cecco Angiolieri (1260 circa-1313)
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è stato un poeta e scrittore italiano (toscano), contemporaneo di Dante Alighieri (1265-1321)
Nato, vissuto (tranne un periodo di bando politico a Roma) e morto a Siena (dove rivestì importanti cariche pubbliche), ebbe una vita scapestrata e un temperamento ribelle (tra l’altro, fu più volte punito per essersi allontanato senza permesso durante l’assedio al campo nemico e per non aver rispettato il coprifuoco; e fu coinvolto in un ferimento).
Fece parte dell’ordine militare e ospedaliero dei Frati della Beata Gloriosa Vergine Maria (Ordo Militiæ Mariæ Gloriosæ), nato con le migliori intenzioni per favorire la pace tra le diverse fazioni cittadine, ma che col tempo si trasformò in una fonte di guadagno, tanto da meritare l’appellativo di “Frati gaudenti”
it.wikipedia.org/wiki/Frati_della_Beata_Gloriosa_Vergine_Maria
(Dante colloca all’Inferno tre suoi esponenti: Loderingo degli Andalò, Catalano dei Malavolti, Alberigo dei Manfredi).
Cecco Angiolieri combatté a Campaldino (11 giugno 1289)
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in una battaglia a cui parteciparono, tra gli altri, Dante Alighieri, Bonconte da Montefeltro (Purgatorio, canto V, 85-129), Corso Donati (Purgatorio, canto XXV, 82-87; si veda anche
www.bitoteko.it/esperanto-vivo/2017/02/25/dino-compagni/
Alla morte di Cecco Angiolieri, i figli rinunciarono all’eredità, gravata da debiti.
Cecco Angiolieri – capostipite dei cosiddetti “poeti maledetti”
www.bitoteko.it/esperanto-vivo/2018/01/08/paul-verlaine/ –
è famoso soprattutto per un sonetto cinico e beffardo, che trascrivo, in italiano e nella versione in Esperanto di Kálmán Kalocsay.
Allego una mia foto (del 1959) di un particolare del Duomo di Siena (città ancora oggi nota per il carattere scanzonato dei suoi abitanti).
S’I’ FOSSE FOCO
S’i’ fosse foco, ardere’ il mondo;
s’i’ fosse vento, lo tempestarei;
s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei;
s’i’ fosse Dio, mandereil’ en profondo;
s’i’ fosse papa, sare’ allor giocondo,
ché tutti i cristiani embrigarei;
s’i’ fosse ‘mperator, sa’ che farei?
a tutti mozzarei lo capo a tondo.
S’i’ fosse morte, andarei da mio padre;
s’i’ fosse vita, fuggirei da lui:
similemente faria da mi’ madre.
S’i’ fosse Cecco com’i’ sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
e vecchie e laide lasserei altrui.
Cecco Angiolieri
SE FLAM’ MI ESTUS
Se flam’ mi estus, mondo de mi brulus;
se vento, mi la teron tratempestus;
se akvo, dronigante ĝin mi krestus;
se Dio, en profundon mi ĝin rulus.
Se pap’ mi estus, gaje mi regulus
ĉiujn kristanojn kaj per brid’ molestus.
Kion mi farus, se mi imperiestrus?
Mi ĉies kapon tranĉi ne skrupulus.
Se Mort’, la patron mi vizitus jame;
se Viv’ mi estus, fuĝe de li pasus;
al la patrin’ mi farus tute same.
Se mi estus Cecco, kiu mi estas, ĉasus
mi la plej belajn ĉarmajn damojn ame,
kaj aĉajn, kriplajn al aliaj lasus!
Cecco Angiolieri, trad. Kàlmàn Kalocsay
(“La Nica Literatura Revuo” 2/1955, p. 66
literaturo.org/HARLOW-Don/Esperanto/Literaturo/Revuoj/nlr/nlr12/soneto.html
“Literatura foiro” 1981-65, p. 1;
“Tutmonda Sonoro 1981, p. 307-308;
“Itala Antologio” 1987, p. 38)