Il 9 aprile è l’anniversario della nascita (nel 1859) del giornalista e drammaturgo francese Henri Léon Émile Lavedan (1859-1940), conosciuto come Henri Lavedan
fr.wikipedia.org/wiki/Henri_Lavedan
(non ci sono su di lui pagine di Wikipedia in italiano e in Esperanto).
Famoso per il modo scanzonato in cui descriveva la società del suo tempo, nel 1899 fu eletto alla Académie Française (Accademia Francese).
Ne “La Revuo” 1909-1910, IV, p. 19-25, apparve la traduzione in Esperanto della sua commedia in un atto “Baignoire 9” (praticamente dimenticata, tanto che l’originale non è neppure citato in Wikipedia, e la traduzione e la messa in scena non sono menzionate nella monumentale “Historio de la esperanta literaturo” – Storia della letteratura esperanto di Carlo Minnaja e Giorgio Silfer).
La traduzione, intitolata “La rubeno” (Il rubino), è firmata “Baronino F. de Ménil” (Baronessa F. de Ménil): si trattava di una esperantista molto attiva (tra l’altro, nel campo cattolico: ad esempio, nel 1910, fu cassiera del primo Congresso, a Parigi, dell’IKUE/ Unione Internazionale Cattolica Esperantista).
Il problema è, che firmava sempre soltanto “Baronino F. de Ménil”, cioè con l’iniziale “F.” di un nome, e con il cognome del marito, il famoso Barone Félicien de Ménil, autore della più conosciuta tra le molte musiche dell’Inno “La Espero” (di questo parlerò in altra occasione).
L’appiattimento sulla figura del marito è tale, che non so neppure se quella “F.” fosse l’iniziale del proprio nome, oppure lei si identificasse totalmente con il marito assumendone nome e cognome, preceduti dal titolo nobiliare (è da segnalare, però, che nei verbali del Congresso cattolico è chiamata semplicemente “S-ino F. de Ménil”, cioè “Signora F. de Ménil”, senza titolo nobiliare).
In conclusione, malgrado accurate ricerche, non sono riuscito ad appurare come la “Baronino F. de Ménil” si chiamasse per se stessa.
Un’altra curiosità: in una nota a piè di pagina de “La Revuo” è segnalato (traduzione), che la commedia “fu rappresentata per la prima volta a Parigi, Teatro dei Convegni Mondani, 51 rue de Clichy, il 27 gennaio 1908, dalla Baronessa de Ménil nella parte di Chiara Freysin; Barone F. de Ménil, Paolo Freysin; Signori Gabriel Chavet, Andreo Brignon; F. Pujulà y Valles, il Cocchiere, e Valenti, il servitore”.
Ebbene, l’indirizzo del Teatro (51 rue de Clichy, Parigi) coincide con quello dell’Ufficio Centrale Esperantista (Esperantista Centra oficejo)
eo.wikipedia.org/wiki/Esperantista_Centra_Oficejo
arkivo.esperanto-france.org/eco/eco.htm
il quale, a sua volta, era ospite della Società Francese di Fotografia. Insomma, quella sede serviva a tante cose.
Allego un’immagine di Henri Lavedan nel suo studio, da una vecchia cartolina.
Félicien Menu de Ménil edziĝis en Château-Thierry, departemento Aisne, la 19an de aprilo 1892 kun Sophie Marie Aline GRANDSART.
Naskiĝos unu iam unu filino.
Fontoj: departementaj arkivoj de Aisne
libro pri la vivo de lia nepo (kiu heredis la titolon “barono”)
En la menciita akto, la edzino subskribas Aline Grandsart. Kiel ofte en tiu epoko la uzita antaunomo estas la lasta en la listo.