Il 21 dicembre ricorre la morte (nel 1950) del poeta dialettale romano Carlo Alberto Salustri (1871-1950), conosciuto con lo pseudonimo Trilussa (anagramma di Salustri)
it.wikipedia.org/wiki/Trilussa
famoso per le sue poesie in dialetto romanesco (per la verità, un romanesco “borghese”, fortemente influenzato dalla lingua italiana standard, molto diverso da quello ottocentesco e popolare di Giuseppe Gioachino Belli).
Composizione tipica di Trilussa è la “Favola”, ispirata a quella di Esopo, ma con una morale nuova, adattata ai tempi moderni.
Non fu né fascista né antifascista, ma “non fascista”; pur facendo satira politica (evidenziando la corruzione dei politici, il fanatismo dei gerarchi, gli intrallazzi dei potenti, le meschinità d’animo), i suoi rapporti con il regime furono sempre di reciproco rispetto.
Venti giorni prima di morire, quando già sentiva approssimarsi la fine, Trilussa fu nominato Senatore a vita della Repubblica italiana per meriti speciali; quando gli fu comunicato che era Senatore “a vita”, commentò con la sua abituale ironia: “piuttosto, Senatore a morte”.
Un esempio della satira di Trilussa, leggera ma incisiva, si può vedere nella poesia (“All’ombra”) incisa sul suo monumento romano:
Mentre me leggo er solito giornale
spaparacchiato all’ombra d’un pajaro,
vedo un porco e je dico: – Addio, majale!
vedo un ciuccio e je dico: – Addio, somaro!
Forse ‘ste bestie nun me capiranno,
ma provo armeno la soddisfazzione
de poté dì le cose come stanno
senza paura de finì in priggione.
Ne esiste la versione in Esperanto, di Umberto Broccatelli:
Etendite mi legas la gazeton
je la ombro de stako, en bieno.
Jen gruntul’ kaj mi diras: – Ĝis, porketo!
Kaj al patro de mul’: Salut’, azeno!
Eble ĉi bestoj tute ne komprenas,
sed almenauŭ mi povas diri veron
pri la aferoj, kaj la ĝuo venas,
ĉar foras tim’ pri ej’ de mallibero.
Personalmente, amo molto un’altra sua breve poesia, di cui esistono due traduzioni in Esperanto:
LA STRADA MIA
La strada è lunga, ma er deppiù l’ho fatto:
so dov’arrivo e nun me pijo pena.
Ciò er core in pace e l’anima serena
der savio che s’ammaschera da matto.
Se me frulla un pensiero che me scoccia
me fermo a beve e chiedo aiuto ar vino:
poi me la canto e seguito er cammino
cor destino in saccoccia.
MIA VOJO
La vojo longas, sed ne multe restas:
videblas jam la loko de l’ alveno.
Kun paca koro kaj animsereno,
saĝulo frenezule sin transvestas.
Mi haltas kaj mi helpas min per vino
se ĝena penso igas min sopiri;
kaj kantetante mi daŭrigas iri
kun en poŝ’ la destino.
trad. Giuseppe Castelli
MIA VOJO
Longas la voj’, sed plejo transpasitas:
celon mi konas kaj ĝi ne ĉagrenas.
La koro pacas kaj l’ anim’ serenas,
saĝulo kvazaŭ frenezul’ maskitas.
Se min tiklas ekpenso al mi ĝena,
mi haltas kaj da vin’ mi trinkas groŝon:
poste, kantante, kun destin’ en poŝo,
mi iras plu laŭ vojo malpli pena.
trad. Umberto Broccatelli
In Italia, Trilussa è famoso come autore di una poesia sulla statistica, che spesso (involontariamente o di proposito) è fuorviante, se non si approfondiscono i criteri usati per la sua costruzione; in italiano, esiste il modo di dire “il pollo di Trilussa”, per indicare quanto una media possa essere ingannevole. La poesia è stata scritta in un epoca in cui, in Italia, mangiare un pollo era un lusso riservato ai ricchi ed ai malati, tanto che si diceva: “se un povero mangia un pollo, o è malato lui o era malato il pollo”. Trascrivo la poesia, in romanesco e nella traduzione in Esperanto di Renato Corsetti:
LA STATISTICA
Sai ched’è la statistica? È ‘na cosa
che serve pe fà un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che spósa.
Ma pè me la statistica curiosa
è dove c’entra la percentuale,
pè via che, lì, la media è sempre eguale
puro co’ la persona bisognosa.
Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d’adesso
risurta che te tocca un pollo all’anno:
e, se nun entra nelle spese tue,
t’entra ne la statistica lo stesso
perché c’è un antro che ne magna due.
STATISTIKO
Nu, statistiko estas la afero,
kiu informon svagan al ni portas,
kiom malsanas, krimas, naskas, mortas,
aŭ geedziĝis dum lasta somero.
Sed ĉi-science estas ja tubero,
pro daŭra uzo de la fi-elcento
ĉar la meznombro agas sen atento
ĉu jes aŭ ne vi vivas en mizero.
Nu, statistike estas tute klare,
ke ĉiu homo nun meznombre certe
manĝas po unu kokon ĉiujare.
Sed vi ne manĝas kokojn de epoko!
Ne gravas, la elcento agas lerte:
riĉulo manĝis ankaŭ duan kokon.
trad. Renato Corsetti
Allego la foto di un particolare del monumento romano a Trilussa (discussa opera di Lorenzo Ferri), tra l’altro collocato a due passi dalla sede del Gruppo Esperantista Romano.
Nota finale: purtroppo, ad oggi non esiste una pagina di Wikipedia in Esperanto su Trilussa (curiosamente, non esiste neppure in romanesco, mentre esiste nel dialetto della settentrionale regione Lombardia).
Molto è stato tradotto di Trilussa in Esperanto, ma poco è stato reso pubblico, anche perché solo nel 2021 verranno meno i diritti d’autore sulle sue opere; nella mia collezione ho le traduzioni di questi 25 suoi componimenti (due in doppia versione), della cui edizione, sperabilmente, qualcun altro a suo tempo si occuperà:
– Favole (La viv-fabelo); trad. Luigi Minnaja;
– La candela (La kandelo), trad. Luigi Minnaja;
– La guida (La gvidantino), trad. Luigi Minnaja;
– L’omo e la scimmia (Homo kaj simio), trad. Luigi Minnaja;
– Er porco e er somaro (Porko kaj azeno), trad. Luigi Minnaja;
– La maschera (La masko), trad. Luigi Minnaja;
– Er grillo zoppo (La senkrura grilo), trad. Vittorio Malaroda;
– Er porco e er somaro (La porko kaj la azeno), trad. Giuseppe Pascucci;
– La solitudine (Soleco), trad. Luigi Tadolini;
– L’amicizzia (Amikeco), trad. Graziano Ricagno;
– L’antenato (La praavo), trad. Umberto Broccatelli;
– All’ombra (Je l’ ombro), trad. Umberto Broccatelli;
– L’affare de la razza (La demando pri la raso), trad. Umberto Broccatelli;
– Un miracolo (Miraklo), trad. Giuseppe Pascucci;
– La strada mia (Mia vojo), trad. Umberto Broccatelli;
– La strada mia (Mia vojo), trad. Giuseppe Castelli;
– Testamento de un arbero (Arb-testamento), trad. Renato Corsetti/ Giuseppe Pascucci;
– La vispa Teresa/ Luigi Sailer (Terezo la sprita), trad. Renato Corsetti;
– La bestia raggionevole (La racia besto), trad. Romano Bolognesi;
– Er cane polizzotto (Polica hundo), trad. Romano Bolognesi;
– Er primo pescecane (La unua ŝarko), trad. Romano Bolognesi;
– Fra cent’anni (Post cent jaroj), trad. Giuseppe Castelli;
– La ninna nanna de la guerra (Lulkanto dummilita), trad. Romano Bolognesi;
– L’onestà de mi’ nonna (La honesteco de mia avino), trad. Renato Corsetti;
– La statistica (Statistiko), trad. Renato Corsetti;
– Er ministro novo (La nova ministro), trad. Renato Corsetti;
– La tartaruga (La Testudo), trad. Carlo Minnaja.