Il 29 novembre ricorre la nascita dello scrittore e politico italiano (torinese) di origine ebraica Carlo Levi (1902-1975)
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Antifascista, nel 1935 fu confinato prima a Grassano e poi ad Aliano, piccoli paesi della Basilicata (che all’epoca era chiamata Lucania, ed era in condizioni socio-economiche molto arretrate). Liberato nel maggio 1936 grazie all’amnistia concessa in occasione della conquista italiana dell’Abissinia
emigrò in Francia; tornato in Italia nel 1941, fu nuovamente arrestato, ed imprigionato fino alla caduta del fascismo nel 1943. Dal 1963 al 1972 fu Senatore nelle liste del Partito comunista. Per suo desiderio (aveva promesso di tornare nei luoghi del passato confino), è sepolto ad Aliano.
L’esperienza del confino in Basilicata è narrata nel romanzo “Cristo si è fermato ad Eboli”, pubblicato nel 1945: il titolo intendeva dire che la civiltà non era andata oltre la cittadina di Eboli,
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subito a nord della Basilicata.
Altre opere: “Le parole sono pietre” (1955), sui problemi sociali della Sicilia, e “Il futuro ha un cuore antico” (1956).
Un brano di “Cristo si è fermato ad Eboli”, tradotto in Esperanto da Umberto Broccatelli, è apparso in “L’Esperanto” 1999-2, p. 4-6; in “La Kancerkliniko” 1980-15 c’è un articolo sull’omonimo film tratto dal romanzo it.wikipedia.org/wiki/Cristo_si_%C3%A8_fermato_a_Eboli_(film)
e quest’anno, in occasione del Congresso Italiano di Esperanto (che si è svolto ad Heraclea-Policoro, in una Basilicata notevolmente migliorata), è apparso il volume in Esperanto “Lukana Antologio” (Antologia Lucana), a cura di Carlo Minnaja, in cui è contenuto un altro brano da “Cristo si è fermato ad Eboli”, tradotto da Paola Tosato.
Allego la copertina della “Lukana Antologio”, la copertina de “L’Esperanto” 1999-2, e l’articolo de “La Kancerkliniko”.
