Il 17 agosto è l’anniversario della morte (nel 1974) del poeta e scrittore fiorentino Aldo Pietro Vincenzo Giurlani (1885-1974), noto con lo pseudonimo Aldo Palazzeschi, adottato a partire dal 1905 (Palazzeschi era il cognome della nonna materna)
it.wikipedia.org/wiki/Aldo_Palazzeschi
famoso soprattutto per la poesia “La fontana malata”, che è un capolavoro di virtuosismo linguistico, e rappresenta una vera sfida per chi voglia tradurla.
In Esperanto esiste la traduzione di queste poesie (tutte nel volume “Enlumas min senlimo”, LF-KOOP 1990):
- “La fontana malata” (La fonto malsana), trad. Clelia Conterno Guglielminetti;
- “Mar grigio” (Mar’ griza), trad. Gaudenzio Pisoni;
- “Rio Bo”, trad. Gaudenzio Pisoni;
- “Chi sono?” (Mi, kiu?), trad. Carlo Minnaja.
Inoltre, in “Literatura Mondo” 1935, pagg. 119-120, c’è un’ampia presentazione di questo autore.
Trascrivo “La fontana malata” – “La fonto malsana”, in italiano e in Esperanto. Si tratta di un pezzo davvero originale, con versi brevissimi, che imitano i suoni e la cadenza di una fontana che fa fatica a buttare acqua.
Per conrasto, allego l’immagine di una tipica fontana romana, risalente al 1587 (c’è chi addirittura l’attribuisce a Michelangelo), nota come “la fontana del facchino”. L’uomo che ha nelle mani un barilotto è un venditore ambulante di acqua, ma una maliziosa tradizione dice, invece, che si tratta di un oste furbo, che in punto di morte chiese la grazia di sopravvivere quanto bastava per riversare tutta l’acqua che aveva aggiunto al vino venduto. Ebbene, da allora sono passati più di quattrocento anni, e ancora butta.
LA FONTANA MALATA
Clof, clop, clock,
cloffete,
cloppete,
clocchete,
chchch…
È giù,
nel cortile,
la povera
fontana
malata;
che spasimo!
sentirla
tossire.
Tossisce,
tossisce,
un poco
si tace…
di nuovo
tossisce.
Mia povera
fontana,
il male
che hai
il core
mi preme.
Si tace,
non getta
più nulla.
Si tace,
non s’ode
romore
di sorta,
che forse
che forse
sia morta?
Orrore!
Ah! no.
Rieccola,
ancora
tossisce.
Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
clocchete,
chchch…
La tisi
l’uccide.
Dio santo,
quel suo
eterno
tossire
mi fa
morire,
un poco
va bene,
ma tanto…
Che lagno!
Ma Habel!
Vittoria!
Andate,
correte,
chiudete
la fonte,
mi uccide
quel suo
eterno
tossire!
Andate,
mettete
qualcosa
per farla
finire,
magari…
magari
morire.
Madonna!
Gesù!
Non più!
Non più.
Mia povera
fontana,
col male
che hai,
finisci
vedrai,
che uccidi
me pure.
Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
clocchete,
chchch…
Aldo Palazzeschi
LA FONTO MALSANA
Klof, klop, klok,
kloffe te,
kloppe te,
klokke te,
kkk…
Ĉi sube
en korto
ho povra
la fonto
malsana,
angoro
ĝin aŭdi
tusanta!
Ĝi tusas,
ĝi tusas,
momenton
silentas,
kaj ree
ĝi tusas,
Ho povra
fonteto,
de vi la
malsano
min premas
enkore.
Silentas,
ne gutas
plu io,
silentas
aŭdiĝas
nenia
brueto…
ĉu eble…
ĉu eble
ĝi mortis?
Hororo!
Ha, ne!
Jen ree
Denove
ĝi tusas.
Klof, klop, klok,
kloffe te,
kloppe te,
klokke te,
kkk…
ĝin ftizo
mortigas.
Ho Dio,
ve, ĝia
eterna
tusado
min igas
mortadi,
ja ete
nu bone,
sed tiom!
Ve, ĝemo!
Sed Habel,
Viktorja!
Vi kuru,
vi fermu
la fonton,
mortigas
min tiu
eterna
tusado!
Vi iru,
vi metu
kelkion
por igi
ĝin fini,
kaj eble…
kaj eble
ĝi mortu!
Madono!
Jesu’!
Ne plu,
ne plu!
Ho povra
Fonteto
kun via
malsano
vi ĉesu,
vi vidos,
min mem vi
mortigos.
Klof, klop, klok,
kloffe te,
kloppe te,
klokke te,
kkk…
Aldo Palazzeschi, trad.Clelia Conterno Guglielminetti
(el “Enlumas min senlimo” 1990)