L’11 giugno ricorre la morte (nel 1956) dello scrittore, giornalista, poeta e sceneggiatore calabrese Corrado Alvaro (1895-1956)
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noto soprattutto per il romanzo “Gente in Aspromonte”, a sfondo calabrese (l’Aspromonte è un aspro massiccio montuoso della Calabria
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In Esperanto, però, è presente solo un brano, che parla di tutta un’altra regione, la Maremma toscana: da “Itinerario italiano”, il racconto “I pescatori dell’Argentario” (l’Argentario è un promontorio nei pressi di Orbetello, in provincia di Grosseto
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La traduzione è di Pier Vittorio Orlandini, ed è contenuta nel volume “Maremo – Literatura rigardo tra la suda Toskana Maremo – Dua parto”, ExCogita Editore, Milano 2010 (pagg. 179-198), da cui traggo le notizie biografiche sotto riportate.
Allego la copertina del volume.
Corrado Alvaro
(pr. Korrado Alvaro)
Corrado Avaro naskiĝis en vilaĝo San Luca (Reggio Calabria) en 1895, kaj mortis en Roma en 1956. Li batalis en la unua mondmiljto: el tiu tragika sperto naskiĝis liaj Poesie grigioverdi (Grizverdaj poemoj -1917). Inter la jaroj 1930 kaj 1935 li vojaĝis eksterlanden kiel speciala sendito de gravaj ĵurnaloj. Post kelkaj ne grandvaloraj verkoj, inter kiuj rakontaro L’amata alla finestra (L’ amatino ĉe la fenestro – 1929), li atingis plenan originalecon de temaro kaj de stilo per Gente in Aspromonte (Homoj en Aspromonto – 1930); en tiu verko, skribita laŭ la suda verisma tradicio, la inspirado estas samtempe lirika kaj verisma: la kalabria arkaika mondo estas fakte elvokata, pli ol
priskribata, atentigante tamen pri ĝiaj kompleksaj etikaj kaj sociaj komponantoj. Li verkis poste la alegorian-politikan romanon L’uomo è forte (La homo estas forta – 1938), rakontojn Incontri d’amore (Amaj renkontiĝoj) kaj la socian-psikologian
romanon L’età breve (La mallonga aĝo – 1946), kies daŭrigo estis Mastrangelina (1960) kaj Tutto è accaduto (Ĉio okazis – 1961), ambaŭ nefinitaj, postmortaj. Li komponis ankaŭ verkojn de esea kaj taglibra karaktero, inter kiuj Itinerario italiano (Itala
Itinero – 1933) kaj Il nostro tempo e la speranza (Nia tempo kaj la espero – 1952); per romano Belmoro (1957), nefinita, li provis la groteskan kaj sciencofikcian ĝenron.
Traduzione:
Corrado Avaro nacque nel villaggio San Luca (Reggio Calabria) nel 1895, e morì a Roma nel 1956. Combatté nella prima guerra mondiale: da quella tragica esperienza nacquero le sue Poesie grigioverdi (1917). Tra gli anni 1930 e 1935 viaggiò all’estero come inviato speciale di vari giornali. Dopo alcune opere di non grande valore, tra cui la raccolta di novelle L’amata alla finestra (1929), raggiunse una piena maturità tematica e stilistica con Gente in Aspromonte (1930); in quell’opera, scritta secondo la tradizione verista meridionale, l’ispirazione è insieme lirica e verista; l’arcaico mondo calabrese è infatti evocato più che descritto, tuttavia segnalando le sue complesse componenti etiche e sociali. Scrisse poi il romanzo allegorico-politico L’uomo è forte (1938), i racconti Incontri d’amore, e il romanzo socio-psicologico
L’età breve (1946), il cui seguito fu Mastrangelina (1960) e Tutto è accaduto (1961), entrambi incompitui, postumi. Scrisse anche opere di saggistica e di cronaca, tra cui Itinerario italiano (1933) e Il nostro tempo e la speranza (1952); con il romanzo Belmoro (1957), incompiuto, tentò il genere grottesco e fantascientifico.