Il 9 marzo ricorre la nascita (nel 1883) del poeta e scrittore triestino Umberto Poli, conosciuto con lo pseudonimo Umberto Saba (1883-1957)
it.wikipedia.org/wiki/Umberto_Saba
Nato quando Trieste era ancora austriaca, ma cittadino italiano per parte di padre (la madre, invece, era ebrea austriaca), durante la prima guerra mondiale prestò servizio nell’esercito italiano. Tutta la sua vita, del resto, fu scandita dalla dualità: due Stati (Austria ed Italia), due religioni (cattolica per parte di padre ed ebraica per parte di madre), due lingue (anzi tre, perché all’italiano e al tedesco si aggiungeva lo sloveno della governante Gioseffa Gabrovich Schobar detta “Peppa Sabaz”, che lo allevò amorevolmente: una delle ipotesi che si fanno per spiegare l’origine dello pseudonimo Saba, si riferisce proprio al soprannome Sabaz della governante), due madri (quella naturale e quella affettiva). Ce n’era abbastanza per sdoppiare anche l’animo più forte, e questa scissione (che ad un certo punto portò il poeta in psicanalisi) si riflette nell’inquietudine che attraversa tutta la sua poesia.
In Esperanto esistono 13 traduzioni, tutte (tranne la prima, presente con leggere varianti anche in “Literatura Foiro” 1976-36) nel volume “Enlumas min senlimo”, LF-KOOP 1990. Si tratta di:
– Canzonetta 11 – Il poeta, trad. Gaudenzio Pisoni;
– Il bel pensiero, trad. Carlo Minnaja;
– Principio d’estate, trad. Carlo Minnaja,
– Quest’anno…, trad. Gaudenzio Pisoni;
– Donna, trad. Gaudenzio Pisoni;
– Paolina, trad. Gian Luigi Gimelli;
– Ritratto della mia bambina, trad. Carlo Minnaja;
– La capra, trad. Giulio Cappa;
– A mia moglie, trad. Giulio Cappa;
– Ulisse, trad. Gaudenzio Pisoni;
– A un giovane comunista, trad. Giulio Cappa;
– Ultima, trad. Gaudenzio Pisoni;
– Commiato, trad. Carlo Minnaja.
Allego:
– il testo in italiano e in Esperanto della poesia “La capra – La kapro” (trad. Giulio Cappa, da “Enlumas min senlimo”, LF Koop 1990, p. 67);
– l’immagine del francobollo emesso nel 1983 dalle Poste Italiane in occasione del centenario della nascita, con l’annullo speciale di Trieste;
– la copertina e p. 30 del bel volumetto “Triesto inter Karsto kaj maro – Magiaj itineroj” (Trieste tra il Carso e il mare – Itinerari magici), edito nel 2013 dalla Associazione Esperantista Triestina;
– un’antica cartolina di Trieste all’epoca asburgica, con un particolare di quella che si chiamava allora Piazza Grande, e che ha cambiato nome più volte (Piazza San Pietro, Piazza Grande, Piazza Francesco Giuseppe, dal 1918 Piazza Unità, dal 1954 Piazza Unità d’Italia) it.wikipedia.org/wiki/Piazza_Unit%C3%A0_d'Italia
LA CAPRA
Ho parlato a una capra.
Era sola sul prato, era legata.
Sazia d’erba, bagnata
dalla pioggia, belava.
Quell’uguale belato era fraterno
al mio dolore. Ed io risposi, prima
per celia, poi perché il dolore è eterno,
ha una voce e non varia.
Questa voce sentiva
gemere in una capra solitaria.
In una capra dal viso semita
sentiva querelarsi ogni altro male,
ogni altra vita.
Umberto Saba
LA KAPRO
Mi parolis al kapro.
Ĝi solis en paŝtejo, alligita.
Herbosata, malsekis
pro la pluvo, ĝi mekis.
Tiu meko egala jam koncernas
mian doloron. Mi respondis, eke
por ŝerco, poste ĉar dolor’ eternas,
unuvoĉa, konstanta.
Tiun voĉon mi audis
de izolita kapro lamentanta.
De kapro kun semida esprimivo
ĝem-plendon aŭdis mi pri ĉiu fio,
pri ĉiu vivo.
Umberto Saba, trad. Giulio Cappa
(el “Enlumas min senlimo” – LF Kop 1990, p.67)